Ormai agli scampoli delle vacanze natalizie il clan e Noviziato del Gradisca 1°, ha vissuto in un’uscita di comunità, accolti nella canonica di Padre Olindo a Prepotto, un momento prezioso e significativo del suo cammino, la firma della carta di Clan da parte di alcuni membri e il passaggio di alcuni novizi alla branca superiore. La Carta di Clan scandisce il tic-tac della vita di Clan, ci sono i propositi e la buona volontà con i quali si vuol camminare nell’esperienza di comunità. È una sfida a vivere in pienezza condividendo i talenti che il Signore ha dato a ciascuno affinché diventino ricchezza e forma della comunità stessa. La firma della Carta di Clan è altamente significativa perché inizia un progetto di vita che lega alla Legge, alla Promessa e al motto “Servire -Estote Parati”.
Il passaggio dei novizi al Clan è invece un segno di speranza per la comunità che si arricchisce di nuove leve, ma soprattutto un banco di prova di testimonianza per i vecchi verso i nuovi, e di impegno nella trasmissione delle esperienze, ma anche in qualche modo nel rimettersi in discussione. La serata, rallegrata dalla cena comunitaria, ha visto anche l’intervento dell’assistente don Maurizio che ha proposto un’attualizzazione, nella concretezza della vita personale e di Clan, del racconto evangelico dei Magi, i quali, ha detto, sono stati capaci di mettere due mondi a confronto, la loro vita “pagana”, segnata dallo studio e dalla scienza e il segno della stella, l’invito alla ricerca del senso religioso dell’esistenza. Non si sono lasciati scoraggiare né dai criminosi progetti di Erode, né dal turbamento di tutta Gerusalemme, cioè da quelle paure e logiche violente di sopraffazione che sono oggi la logica di tanta parte del vivere sociale nel farsi spazio nella vita e che rischiamo di avvelenare anche noi. Hanno accolto le indicazioni delle scritture dei sacerdoti e degli Scribi anch’essi ormai incapaci di ascoltare e accogliere la Parola di Dio, come dire la nostra disponibilità ad accogliere l’annuncio, le indicazioni di una Chiesa anche se segnata anche dall’incoerenza e dall’incapacità di rendere attraente il messaggio di Cristo. L’uscita si è conclusa nel Duomo di Cormòns partecipando alla Messa dell’epifania, ricca della memoria della grande testimonianza data da uno scout, conosciuto da tutta la Zona di Gorizia, chiamato a vivere l’avventura di B.P. dall’allora don Rino, il futuro arcivescovo di Gorizia Pietro Cocolin, memoria grata di Aldo, con una storia che continua.