Come un uomo veramente giusto, per il quale vale il titolo di "Giusto tra le nazioni", ricordiamo padre Placido Cortese da Cherso (1907-1944), che con l'amore contribuì affinché non si aggiungessero tantissime altre vittime innocenti alla Shoah.
In questa Giornata della Memoria facciamo memoria anche del padre Placido Cortese del Santo di Padova.
Nel febbraio del 1937 venne nominato Direttore del "Messaggero di S. Antonio" dove per sei anni ebbe modo di manifestare la sua versatilità e l'impegno, scrivendo articoli e lettere agli associati, raddoppiando il numero degli associati alla rivista antoniana e realizzando, nel 1939, la nuova tipografia.
Negli anni dell'ultima guerra venne incaricato dall'allora Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Francesco Borgoncini Duca e dal Ministro Provinciale, P. Andrea Eccher, ad assistere ebrei, slavi, prigionieri rinchiusi nel campo di concentramento nella periferia di Padova. Egli vi si dedicò con coraggio e generosità.
Nelle sue iniziative, in particolare dopo il crollo del fascismo, si prodigò con dedizione al "salvataggio" dei ricercati dai nazifasciti. Pur sentendo di essere braccato, P. Placido, con carità, per amore di Dio, continuò ad aiutarli, incurante dei rischi, sostenuto dalla fede.
Anche se avrebbe potuto sfuggire a questo pericolo, trasferendosi in altro convento, egli pregò il suo superiore, di continuare il suo servizio ai fratelli perseguitati.
L'8 ottobre 1944 fu prelevato con inganno da due sconosciuti e da quel giorno di lui si persero le tracce.
Da apprezzabili testimonianze si venne, in seguito, a sapere che era stato condotto a Trieste, nella sede della Gestapo (S.S. tedesche) dove fu torturato a morte.
Ancora giovanetto P. Placido scriveva: "La Religione è un peso che non ci si stanca mai di portare, ma che sempre più innamora l'anima verso maggiori sacrifici ... fino a morire tra i tormenti, come martiri".