Si è ripetuto in duomo l’antico rito in onore di San Biagio, l’eucaristia e la benedizione della gola.
Nella sua omelia il parroco ha però sottolineato come la liturgia del Santo non si sofferma tanto sul segno prodigioso in sé, ma  proponendoci la pagina del Vangelo di Marco, quella del miracolo di Gesù alla figlioletta di Giaro e dell’emorroissa, ci invita a comprendere come dobbiamo farci discepoli e nello tesso tempo missionari, discepoli nel riconoscere il Signore come fonte di vita e missionari nel testimoniare la sua presenza e azione nella storia, davanti agli altri anche quando, come i due personaggi evangelici, farlo in pubblico ci espone al ridicolo e nel caso di San Biagio addirittura alla persecuzione e al martirio. Al termine della Messa, arricchita dai cantici, i tanti presenti si sono accostati ai diaconi per ricevere la benedizione in onore del santo.