In una cornice ancora invernale, a Mossa, nel santuario del Preval, sabato 13 marzo si è svolta, nel corso del pomeriggio, una delle più significative cerimonie dell’itinerario dello scautismo. Il Clan del Gruppo Gradisca 1° ha vissuto questo momento significativo con ben quattro partenze, tre delle quali associative. E’ stato un evento particolarmente bello in quanto con questo rito, come recitano i documenti dell’Agesci, i rover e le scolte scelgono di giocare la propria vita secondo i valori dello scoutismo, di voler esser uomini e donne che indirizzano la loro volontà e tutte le loro capacità verso quello che hanno compreso, come la verità, il bene ed il bello, di annunciare e testimoniare il vangelo, di voler esser membri della Chiesa, di voler attuare un proprio impegno continuativo di servizio. Questo rito segna il termine di un percorso, con il quale un ragazzo/a può compiere la scelta di rimanere o meno nell'associazione, scegliendo eventualmente il percorso di formazione per divenire un capo scout. Con questa esperienza si intende sottolineare: da una parte la volontà di chi lascia di prendere solennemente degli impegni per la vita; dall’altra la disponibilità dei Capi clan a riconoscere che questa volontà è fondata su basi solide, su un vissuto che già nel Clan ha avuto modo di manifestarsi. Eleonora, Francesca, Giulia e Piergiorgio hanno raffigurato la loro “partenza” attraverso la storia del “mercante dei sogni” che viaggia per paesi e città con un carretto e tante scatole… per mettere e prendere il sogno di ogni persona. Ma durante la strada, la trasformazione del mercante diventa sempre più evidente e pesante, ma lo aspettano in ogni paese.
Eleonora, Francesca, Giulia e Piergiorgio hanno poi rinnovato la loro promessa e dopo aver letto la propria lettera della partenza, interrotta da qualche lacrima, i capi clan hanno consegnato loro alcuni “simboli”: una candela accesa quale simbolo della luce, per irradiare luce nel percorso della vita e come ricordo di essere fedele alla chiamate del Signore. I nastri omerali (giallo, verde e rosso) in ricordo delle tre branche del percorso scout (lupetti, esploratori e rover) ed infine la forcola (legno a forma di Y) simbolo della branca R/S e della capacità di fare scelte importanti per la propria vita.
Alla cerimonia hanno partecipato tutto il Clan/Fuoco, la Comunità Capi, come simbolo di una presenza educativa che ha accompagnato la persona per tutto il suo cammino scout. I ragazzi hanno poi salutato la comunità del clan e dei capi, donando loro un ricordo. Come tutte le cerimonie di partenze, sono diverse una dall’altra, ma tutte lasciano un segno ed un’emozione forte; per il ragazzo che raggiunge una tappa del suo cammino; per i capi che ripercorrono i ricordi della loro prima promessa ed oggi rappresentano il futuro dello scoutismo. Certo tra l’ideale e la realtà c’è sempre uno scarto, ma questo scarto è anche il prezioso spazio per un non sentirsi arrivati, per un cammino di conversione, di maturazione e perché no, anche di “sogno”.
Vogliamo pensare che anche la partenza di questi amici, sabato scorso sotto lo sguardo di Maria, Regina dei popoli, sia stato un segno importante della ricchezza che può fornire il cammino scout ai giovani di oggi, un cammino per il quale non dobbiamo mai stancarci di ringraziare e, al tempo stesso, di chiedere aiuto al Signore. Più che mai la vita moderna esige la presenza di uomini e di donne attenti alla realtà presente e capaci di giudicarla in spirito indipendente alla luce dei principi sicuri maturati nella loro giovinezza e fondati sulla libertà e sulla responsabilità. Uomini che avendo incontrato il Cristo, siano pieni di speranza e desiderosi di confermare la loro vita al Vangelo. Lo scoutismo può essere per questo un grande aiuto.” Con la certezza che quella frase anonima trovata sul muro di Berlino, "Molti piccoli, in piccoli luoghi, facendo piccole cose, cambiano il volto del mondo", possa diventare realtà per i nostri partenti, auguriamo loro, ancora una volta, buona strada!
I Capi