Accompagnando l’offertorio della Messa vespertina in Duomo, nel giorno successivo alla festività del Santo Natale, l’arpa di Roberta Vidic ha anticipato solo alcune delle vibrazioni che di lì a poco avrebbe regalato ai numerosi fedeli che hanno assistito al concerto artistico svoltosi al termine della funzione religiosa.
In un’atmosfera natalizia, impreziosita dal Bambino Gesù deposto dinanzi all’altare, dall’addobbo floreale e dalla luce soffusa emanata dai ceri e dalle tantissime candele, le mani dell’arpista Roberta Vidic hanno “pizzicato” le corde dello strumento con grande maestria e dolcezza, suscitando la generale ammirazione.
La giovanissima arpista ha lasciato spazio al suo straordinario talento, inziando con la Sonata (Solo) per arpa in sol magg. Wotq 139 (1762) di C. Ph. E. Bach; ha poi eseguito la Fantasia per arpa in do min. op. 35 (1807) di L. Spohr. I presenti non le hanno fatto mancare il calore, rivolgendole applausi tra un’esecuzione e l’altra. Roberta Vidic ha poi interpretato la Sonata per arpa (1939) di P. Hindemith ed ha concluso con l’ Introduzione, variazioni e finale su temi della Norma di Bellini op. 36 (1838) di E. Parish-Alvars.
L'artista goriziana vanta già un importante curriculum. Ha suonato con il Maestro Riccardo Muti ed è stata membro dell’orchestra giovanile di Amsterdam.
A Gradisca, in Duomo, hanno incantato la delicatezza e l’accuratezza con cui Roberta ha pizzicato le corde dell’arpa, creando un’atmosfera densa di vibrazioni, che – come ha sottolineato il parroco don Qualizza - hanno raggiunto il cuore dei presenti.
E il pensiero non può non correre alla Lettera del papa Giovanni Paolo II agli artisti (Anno 1999 – 1.) quando così si rivolse loro: “Nessuno meglio di voi artisti, geniali costruttori di bellezza, può intuire qualcosa del pathos con cui Dio, all’alba della creazione, guardò all’opera delle sue mani. Una vibrazione di quel sentimento si è infinite volte riflessa negli sguardi con cui voi, come gli artisti di ogni tempo, avvinti dallo stupore per il potere arcano dei suoni e delle parole, dei colori e delle forme, avete ammirato l’opera del vostro estro, avvertendovi quasi l’eco di quel mistero della creazione a cui Dio, solo creatore di tutte le cose, ha voluto in qualche modo associarvi.”
O.F.
Pieno successo per il concerto d’arpa, che alla sera del giorno di Santo Stefano, ha riempito il duomo, e questo già dalla Messa vespertina resa solenne dai cantori del Duomo. Un concerto d’arpa è una rarità e per moltissimi è stata la prima volta ascoltarlo, come, a giudizio dei presenti, per lo storico Duomo ospitarlo. Bravissima ed emozionata l’artista, Roberta Vidic. Nata a Gorizia nel 1987, studia arpa alla Musikhochschule di Monaco e composizione e teoria musicale a quella di Amburgo
Diplomatasi 17enne a Udine, alterna attività concertistica a studi teorici e di prassi esecutiva in Germania, Austria, Svizzera, Francia, Benelux. Ha suonato con il Maestro Riccardo Muti ed è stata membro dell'orchestra giovanile di Amsterdam. Il duomo illuminato da oltre duecento lumini e ceri, ha creato un’atmosfera particolarissima e raccolta. La sua bravura ha fatto sì che sia stata interrotta più volte dagli applausi durante l’esecuzione che si è protratta per un’ora. Alla fine, il parroco nel ringraziarla, ha manifestato la tristezza che persone di questo valore artistico, come pure tanti giovani ricercatori nel campo di diverse discipline scientifiche debbano migrare all’estero, per vedere apprezzate le loro doti, impoverendo così il nostro Paese. Molti, a concerto finito, hanno potuto anche sostare ed apprezzare lo storico presepe del Duomo, ospitato quest’anno, come fino alla seconda guerra mondiale nella cappella Torriani che si è rivelata più accogliente e raccolta per una riflessione davanti al mistero della nascita di Gesù.
A.G.