Alla vigilia del passaggio del pastorale dal Vescovo uscente al nuovo arcivescovo mons. Carlo Redaelli, sacerdoti, laici e parenti si sono ritrovati negli ambienti del Palazzo Arcivescovile per fare memoria e inaugurare un busto dell'Arcivescovo Pietro Cocolin nel 45° della sua nomina a Pastore della chiesa goriziana.
Nato a Saciletto di Ruda il 2 agosto 1920, ordinato sacerdote a Gorizia il 3 giugno 1944, fu cooperatore parrocchiale a Cormons, quindi parroco a Terzo di Aquileia e ad Aquileia, arciprete-decano a Monfalcone, sempre circondato da affettuosa stima dei fedeli e dei confratelli. La scelta di un membro del clero diocesano, dopo alcuni decenni, a vescovo di Gorizia - nominato il 26 giugno 1967 e consacrato nella basilica di Aquileia il 3 settembre - suscitò grandi speranze nella realtà locale. Mons. Cocolin ha sviluppato una presenza intensissima in tutti i settori della vita diocesana e negli ambiti sociali locali, raccogliendo unanime simpatia per le sue capacità di accoglienza e di dialogo. Nella sua opera pastorale, oltre ad una vasta riorganizzazione delle strutture diocesane, spiccano le iniziative per la valorizzazione del ricco patrimonio della tradizione aquileiese, i costanti rapporti con la realtà slovena anche oltre il confine di Stato, e soprattutto l’apertura alle Missioni cattoliche con la promozione di una presenza missionaria diocesana nella diocesi africana di Bouaké (Costa d’Avorio).
Con parole cariche di commozione don Renzo Boscarol ha ricordato il presule, ricordando soprattuto l'impegno a continuare quella fioritura nata con il Concilio e la tensione, Vescovo e sacerdoti, ad essere formatori di laici nella Chiesa, la sua profetica apertura alla "missio ad gentes" con lo sguardo rivolto all'Africa, di cui la Chiesa aquileiese dai primi secoli é stata testimone e la sua passione per Aquileia e la sua Basilica che riassumeva simbolicamente un fare memoria di volti e di storie che ricordava vedendo le case della Bassa friulana nel raggiungere la città di Popone.