Nella Villa della Torre Hohenlohe di Castelnuovo, collegata alla dinastia dei conti della Torre Hofer Valsassina, nobili di origine lombarda che a partire dal XIII sec. acquisirono notevole potere politico ed economico nel territorio del Goriziano, si è svolta lunedì sera una serata indimenticabile. Alla presenza di tanti amici, ospiti della famiglia Terranno di Gradisca, proprietari della Villa, nel cuore della stessa è stata inaugurata la “stanza di Maria Pia”. Quello che era il luogo di preghiera della contessa della Torre sarà luogo di lettura, riflessione e preghiera a Maria Pia Pavani, ma anche mostra permanente dei suoi artisti quadri realizzati al computer in modo incredibile quando ormai era immobile per la sclerosi multipla laterale amiotrofica che l’aveva colpita.
La serata introdotta con emozione da Mirella Della Valle Terranno che dopo un lungo iter ha così realizzato una promessa, ha visto l’intervento di don Maurizio Qualizza, amico di Maria Pia e della sua famiglia. Nel suo intervento il sacerdote, rifacendosi ad una intervista che Maria Pia diede al Messaggero di San Antonio, ha revocato con commozione i suoi pensieri sui frangenti più delicati dell’esistenza e della sua vita. Tra le alter, alla domanda oggi così presente nella nostra società: “Che cosa risponde a chi dice che in certe condizioni non è più vita?” Lei diceva che “Subentra l’adattamento anche nella fisicità più disastrata, e basta l’amore dei propri cari, la solidarietà del prossimo, la disponibilità e sensibilità dei medici, ecc., a far dimenticare che anche le rose hanno le spine.” Credo che bastino queste poche parole, ha concluso don Qualizza, per farcela sentire, qui in mezzo a noi, stasera…ed è proprio così, Maria Pia ci è rimasta dentro e come è rimasta tra le pareti di casa sua, così in questo luogo rimarrà la sua memoria, saranno visibili le sue tracce d’arte nelle quali ha messo tanto di se stessa in tempo, abilità, intuizione di donna, e amore. La lettura di alcune poesie da parte di una figlia l’ha resa ancor più presente in quel luogo amato fin dalla sua giovinezza. La benedizione all’ambiente, impartita dal diacono Renato Nucera ha concluso il momento altamente significativo arricchito poi ancora da ricordi, aneddoti di chi con la Pavani ha condiviso un pezzo di strada, l’esperienza del suo dolore, la sua fortezza e speranza e ne è rimasto segnato per sempre.
Maria Pia Pavani nasce a Cormòns (Gorizia) nel 1944, sposa madre di quattro figli. Nel 1991 a 47 anni si ammala di SLA (Slerosi Laterale Amiotrofica), una malattia degenerativa e progressiva dei moto neuroni che porta ad un blocco ingravescente delle attività muscolari ma, che lascia integri l'apparato sensitivo e le componenti celebrali necessarie alle attività intellettive. Il 13 Maggio 1993 presenta una grave crisi respiratoria. I familiari contattano il dott. Giannino Busato, primario della rianimazione dell'ospedale di Gorizia, che in un breve colloquio con la paziente ne coglie l'inequivocabile desiderio di continuare a vivere. Questo è uno dei tanti momenti che segnano la vita di Maria Pia e dei suoi famigliari, una volta dimessa dall'ospedale sono i famigliari a prendersi carico dell'assistenza di Maria Pia. Pur nella difficoltà, grazie all'aiuto di parenti, amici e volontari la vita di Maria Pia diventa il centro di una trama crescente di relazioni, attività ed interessi. All'inizio Maria Pia comincia a scrivere le sue opere con l'aiuto della madre, usando un sistema alfanumerico (grazie ad una tabella alfabetica), e con il solo movimento delle palpebre costruisce, pian piano parole che andranno a formare le sue prime opere. Finché arriva il suo primo computer con il quale prosegue la sua illuminante carriera di scrittrice, pittrice e poetessa.
Numerevoli sono le opere da citare: Volo di Farfalla, Fiore Di Cactus, La via Crucis, Rose di Rovo, Gocce di Vita Ed Il canto del silenzio. Maria Pia non si ferma davanti a nulla, piena di amore verso la sua famiglia e verso Dio continua la sua vita dedicandosi agli altri viene nominata da Rita Levi Montalcini "Volontario AISM" nel 1997 nella categoria Assistenza. Nel 2006 le viene conferito il premio Bontà U.N.C.I.Città di Udine, nello stesso anno viene insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica per meriti etico sociali. Ha partecipato a diversi convegni medici, portando davanti a tutti la sua esperienza di vita, ha pubblicato numerosi articoli su Voce isontina, Avvenire, Osservatore romano ecc. Ha organizzato numerosi viaggi, perché ancora vogliosa di conoscere ed apprendere, ricordiamo il suo primo viaggio a Lourdes, Padova, Torino, Benevento Venezia, Matera Roma ed altri ancora, sempre affiancata dai suoi medici e dal suo padre spirituale l’Arcivescovo Padre Bommarco con il quale incontrò Papa Giovanni Paolo II. Maria Pia morì il 28 Agosto 2008 a Cormons, causa complicazioni respiratorie, lascia un grande insegnamento, grande forza di vivere e bellissime opere che ritraggono il suo stato d'animo in ogni momento della sua vita.
P.B.