La primitiva chiesetta di Bruma, dedicata alla Spirito Santo esisteva già nel 1465.
Fu abbattuta nel 1615, su ordine del comandante militare della fortezza Riccardo di Strassoldo, in quanto, durante le guerre gradiscane, qualsiasi struttura esterna alla cinta muraria avrebbe potuto garantire un riparo ai nemici Veneziani.
A demolizione avvenuta, un nuovo edificio religioso fu fatto costruire all'interno delle mura del Castello, ma una volta cessate le lotte, gli abitanti di Bruma vollero riedificare la chiesa nell'originario sito, mantenendone inalterato il titolo, mentre la chiesetta castellana fu dedicata a San Giuseppe.
Nel 1800 furono gettate le fondamenta di una nuova chiesa, in posizione più arretrata rispetto all'altra chiesetta di Bruma, diventata ormai troppo piccola. Dopo una lunghissima pausa, i lavori veri e propri ripresero nel 1849 e nell'ottobre del 1857 fu benedetto il nuovo edificio sacro. La piccola chiesa fu demolita nel 1865 e tuttora una colonna segnala il luogo su cui sorgeva.
La semplice facciata timpanata, scandita da quattro lesene, presenta un portale impreziosito da sei pannelli di rame, lavorati a martello in bassorilievo e raffiguranti l'olivo, il melo, il giglio, il frumento, la vite e la palma.
L'altare maggiore della chiesa è stato completato nel 1892 da Costantino Novelli, il quale, verso il 1900, ebbe l'incarico di realizzare anche i quattro altari laterali, portati a termine con l'intervento del secondo figlio Francesco. Dallo scalpello del primo figlio, Giovanni Battista, sono invece nate le quattro statue di marmo che impreziosiscono l'altare maggiore. Esse rappresentano due angeli in adorazione, posti in posizione più arretrata rispetto a Sant'Antonio da Padova, sulla sinistra, e padre Marco d'Aviano a destra.
Lo stesso autore scolpì anche le coppie di angeli che sorreggono una corona, sovrastanti gli altari laterali dell'Immacolata e del Sacro Cuore di Gesù. Queste opere risalgono al periodo 1899-1901, anni in cui Giovanni Battista Novelli frequentò l'Accademia di Belle Arti di Carrara.
(testi di Orianna Furlan)