Ho letto da qualche parte che martedì scorso 22 marzo si è celebrata la Giornata mondiale dell’acqua che aveva per tema ‘Acqua pulita per un mondo sano’.
Questa immagine ci può introdurre benissimo nella parola di Dio di questa domenica di Quaresima chiamata della Samaritana.
Certo il mondo ha sete di acqua, fin dalle origini, lo abbiamo sentito dal libro dell’Esodo, ma anche quella sete è diversa non è solo materiale, è anche sete di libertà, di non veder sfumati i sogni di una vita (un po’ ciò che sta accadendo in tanti paesi dell’Africa di questi tempi) è anche la sete delle sicurezze che sembri aver perso, sete delle mille tentazioni di voler vendere la libertà per un po’ d’acqua, per un pezzo di pane … e già nella pagina dell’antico testamento si registra il fatto che solo Dio è il vero datore di quest’acqua, solo lui sa rispondere alle esigenze dell’uomo.
«Il Signore disse a Mosè: Prendi in mano il bastone con cui ha percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Il Vangelo chiarisce ancor di più questa realtà della sete e dell’acqua … La storia la conosciamo, alla fatica della donna (che è l’umanità tutta, che siamo noi) nel guadagnarsi, nel sudare ogni giorno i mezzi per sopravvivere, per non morire, Gesù promette “un’altra acqua”, Gesù chiede di dare un senso e un orizzonte nuovo alla propria vita.
Dice letteralmente: «… ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».
Queste parole di Gesù sono oggi cadute in disuso, ma senza questa prospettiva pasquale, quella della “vita eterna”, tutto diventa immensamente più assurdo. Se manca il contrappeso dell'eternità, ogni sofferenza, ogni sacrificio appare assurdo, sproporzionato, ci "sbilancia", ci butta a terra.
E san Paolo in una sua lettera ci dice che proprio la vita eterna, questa prospettiva “in Dio” ci permette di sostenere le prove della vita, le sue contraddizioni e sconfitte …”Il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria". In confronto all'eternità della gloria, il peso della tribolazione gli appare "leggero"(a lui che nella vita ha sofferto tanto!) proprio perché "momentaneo". Infatti, aggiunge: "le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne"(Cor 4, 17-18).
Senza di essa non c'è più gioia di vivere … Bisogna cercare l'infinito in alto, puntare a un “di più” anche in questa Quaresima, anche per questa Pasqua!
Non sappiamo come e fino a che punto, ma certamente la Samaritana, quel giorno, capì che qualcosa doveva cambiare nella sua vita se voleva ottenere la "vita eterna", perché la troviamo di lì a poco trasformata in una evangelizzatrice che racconta a tutti, con coraggio e senza vergogna, quello che le ha detto Gesù, cioè annunzia la bella notizia, il Vangelo, la parola di Dio.
Chiediamo al Signore che avvenga così un po’ anche per noi, che non confidiamo cioè solo sulla nostra brocca, sulla nostra fatica, ma innanzitutto su di Lui.
don Maurizio