Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.
Di quale ricordo si parla, di quale gioia? E’ quanto dice l’apostolo Paolo nella lettera agli Efesini: “Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati”. Ecco San Paolo ci ricorda che Dio è misericordia, che il male e il peccato non avranno il sopravvento, nonostante tutte le apparenze … come ce lo ricorda anche la natura in questi giorni “accorcia le notti e prolunga la luce”, che con i suoi tepori fa breccia nel gelo dell’inverno, come ce lo ricorda liturgicamente la Pasqua di Risurrezione alle quale ci stiamo preparando
Sembrava dovesse durare per sempre la deportazione in Babilonia, ma Dio suscitò (cfr. prima lettura) Ciro, re di Persia, un re pagano, che lasciò andare il popolo d’Israele ... e si impegnò a costruire il tempio di Gerusalemme … Così nel Vangelo troviamo Gesù che svela questa misericordia di Dio a Nicodemo che va da lui di notte, per non farsi vedere. Ha paura del giudizio degli altri, ma non si ferma … non gli basta la fede che già ha nella Legge e nel Dio d’Israele, quella fede ancora non lo appaga …
Anche lui attende una Pasqua, una primavera, una luce, una novità … In una parola si mette in discussione ed è adulto, forse ormai vecchio
Forse è proprio lui che oggi ci interroga, interroga la nostra fede:
- Ti basta veramente la fede che hai o che presumi di avere?
- Non senti forse anche tu nel cuore un bisogno di novità, di “primavera” di risurrezione?
- La tua idea di Dio, forse legata soprattutto a Leggi e comandamenti, non ha bisogno di riscoprire i lineamenti del Padre e di un Padre che ti vuol salvare come ci dice oggi Gesù nel Vangelo?:” Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.”
Iniziare a dar risposta a queste domande sia il nostro ultimo tratto di questa Quaresima.
don Maurizio