In questa domenica del tempo ordinario la liturgia ci dona la celebre parabola del grano e della zizzania, espressione della lotta tra il bene e il male nella nostra vita personale ma anche nella comunità cristiana ed umana.
E’ sotto i nostri occhi questa presenza di male, amplificata a dismisura perché fa notizia, è dentro di noi la coscienza che da soli non possiamo vincere la lotta, ecco allora che non ci può essere spazio se non per la preghiera al padrone di questa messe.
Accogliamo questo insegnamento che Gesù ci fa!
E’ inevitabile che dentro il nostro cuore, la nostra vita bene e male crescano insieme, siano compresenti, ma badiamo a non staccarci dal Signore, perché solo alla sua presenza, alla luce della sua parola, nella forza del suo Spirito, è possibile distinguere, fare discernimento, non rimaner soffocati.
Con la speranza che, nonostante tutte le apparenze, il bene è più forte perché “Deus Caritas est” Dio è il Bene, la Carità, l’Amore.
Il mio ringraziamento alla fine di questa brevissima riflessione a tutta la Comunità parrocchiale dell’Unità Pastorale che ha voluto esprimere anche con la sua presenza, ma anche con un presente la sua partecipazione al mio 30° di sacerdozio.
Il mio sentimento l’ho voluto sintetizzare già nell’omelia di domenica scorsa con le belle parole di Paolo Curtaz che mi sono giunte con una mail: ..."Dio ci raggiunge sempre alla fine di una notte infruttuosa, nel momento meno mistico che possiamo immaginare. Ci raggiunge alla fine delle nostre notti e dei nostri incubi, ci raggiunge quando siamo stanchi e depressi. Ci chiede un gesto di fiducia, all' apparenza inutile, ci chiede di gettare le reti dalla parte debole della nostra vita, di non contare sulle nostre forze, sulle nostre capacità, ma di avere fiducia in lui..."
don Maurizio