Dopo la “bella figura” di domenica scorsa ecco che Pietro già cade nel ragionare come la crede “il mondo”, cioè in un pensare interessato e anche ad alta voce, perché pur dicendo il Vangelo che con discrezione “lo prese in disparte” è anche vero che aggiunge “e si mise a rimproverarlo”.
Pietro che rimprovera Gesù!, il maestro, anzi, come egli stesso ha proclamato, «Il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E sente un rimprovero, non da poco: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Ecco Pietro le ha sentite anche per noi, anche al nostro posto, infatti quante volte anche noi ci permettiamo di ammonire, criticare il Signore.
E invece ha ricordato più volte in questi giorni alla GMG di Madrid, Benedetto XVI, dobbiamo radicarci in Lui, in Gesù Cristo, radicarci nei suoi pensieri come ci ricorda anche San Paolo, “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5)
La strada è quella indicata dallo stesso Signore «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua».
Che tradotto, potremmo attualizzarlo con il forte e prezioso suggerimento offerto sempre da Papa Benedetto ai giovani a Madrid nella meditazione della Via Crucis: «non passate oltre davanti alla sofferenza umana, dove Dio vi attende affinché offriate il meglio di voi stessi: la vostra capacità di amare e di compatire. (…) Soffrire con l'altro, per gli altri; soffrire per amore della verità e della giustizia; soffrire a causa dell'amore e per diventare una persona che ama veramente – questi sono elementi fondamentali di umanità, l'abbandono dei quali distruggerebbe l'uomo stesso» .
Ecco la sua Croce oggi, come possiamo allora dire o ripetere le parole di Pietro «Questo non sia mai, Signore!»?
Come possiamo permetterci di criticarlo? di ripagare così Uno che, come ci ricorda ancora l’apostolo Paolo «Mi ha amato e ha dato la sua vita per me»? (Gal 2,20).
don Maurizio