Esigente più che mai il Vangelo di questa domenica, già anticipato in qualche modo domenica scorsa nell’ammonimento di Gesù a Pietro.
Nella prima lettura Dio rivolge al profeta una missione, quella di essere sentinella per la casa d’Israele e di riferire la volontà di Dio.
Una missione impegnativa e difficile perché il profeta dovrà dire al popolo che ha peccato, che deve convertirsi. E nel vangelo Gesù amplia questa missione a tutti i suoi discepoli, a noi tutti che nel Battesimo siamo diventati re, sacerdoti e profeti.
Ma che cosa significa propriamente nella nostra vita questa Parola di Dio?
Non giudicare gli altri secondo i nostri pensieri, semmai secondo il cuore misericordioso di Dio, che passa attraverso la fraternità (cfr. Matteo: prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità;) sempre ricordando le parole di Gesù “Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello” saper guardare anche le proprie travi perché siamo tutti più o meno affetti da questa sindrome spirituale, da una specie di presbiopia che ci impedisce di vedere bene da vicino (noi), davanti alla nostra porta, e ci dà una vista acutissima per vedere lontano (gli altri).
La cura per questa malattia ci viene dalla seconda lettura: "Chi ama il suo simile ha adempiuto la legge: pieno compimento della legge è l'amore".
Già sant'Agostino diceva quella frase divenuta celebre: "Ama e fa ciò che vuoi".
E’ l’amore infatti l’unico capace di superare tutte queste difficoltà. E prima di tutto amare Dio, infatti se eliminiamo Dio dal cuore, “questo diventa, verso il prossimo, più duro delle tavole di pietra.”Il modo di agire che Gesù ci propone invece è pieno “di buon senso: discrezione, umiltà, delicatezza verso chi sbaglia, lasciandogli il tempo di riflettere, poi l'intervento di qualche fratello, infine della comunità. Quanto siamo lontani da questa prassi evangelica!
O ci disinteressiamo del fratello o ne parliamo alle spalle, con giudizio impietoso? Se noi, discepoli del Signore che è il Misericordioso, non sappiamo avere misericordia, chi mai ne sarà capace? “
don Maurizio