In questi giorni la nostra Quaresima volge al termine, non so quanto “deserto” siamo riusciti a vivere, quali occasioni di conversione e di fedeltà al Signore siamo riusciti a fare nostre…..
Sicuramente per noi rimane vistoso lo scarto tra il desiderio e la realtà, tra le promesse e le cose poi mantenute, tra la fede e quel po’ di pratica religiosa che riusciamo a raggranellare…..
Sarà sempre lui, Gesù, a portare a compimento le nostre incompiutezze, a far fiorire il deserto, a recuperare i nostri fallimenti. E lo farà da vero Dio e da vero Uomo, lo farà sacramentalmente per noi, con i gesti di un amore incompreso, con una passione che solo il Creatore per la sua creatura, umanamente possiamo dire che solo una madre per suo figlio riesce a compiere.
Con questi sentimenti dovremmo vivere i misteri della Pasqua, la memoria di questa “pazzia di Dio”, la Croce! A iniziare dalle Palme, non ritualità “mortalmente noiosa”, dal portarci a casa un ramoscello d’ulivo e dal subire il più lungo e intrigante vangelo dell’anno liturgico. Per passare alle “Quarant’ore” cartina al tornasole di “chi” veramente noi adoriamo nella nostra vita, tutto, o Lui, la sua presenza Eucaristica?
Ad avere il coraggio di credere che quel “Padre Misericordioso”, sì proprio quello della parabola, è lì sempre ad attenderci, per recuperarci il cuore e la vita, per far festa con noi e per noi……….
A cogliere nel gesto della lavanda dei piedi, come diceva don Tonino Bello,il completamento di quel viaggio (dalla testa ai piedi) che era iniziato il mercoledì, andando però non dalla nostra testa ai nostri piedi, bensì dalla nostra testa ai piedi dell’altro!
Un cammino lungo, molto lungo! Perché ci sono anche piedi “proibiti”, Gesù ha affrontato anche quelli, Ha lavato anche i piedi di Giuda, quei piedi che non sono riusciti ad entrare nell'immaginario della gente. Eppure sono stati anch'essi lavati da Gesù, e sono stati lavati per noi, per la gente che sbaglia, per la gente che pecca, per la gente che torna... (don Tonino Bello)
E contempleremo al croce, la biascieremo, l’adoreremo, questo umile strumento della nostra salvezza, sacramento drammatico e sconvolgente dell’amore di Dio.
Ed entreremo nel silenzio del sabato santo, in quel nostro cuore che talvolta come una tomba, seppur pulsante ospita l’Ospite più prezioso….
E gioiremo finalmente nel mattino di Pasqua non cercando più il senso della Vita, che è Cristo risorto, in oggetti, segni muti che rimandano a morti e passioni, ma nella Parola, nella fraternità come i due discepoli sulla strada di Emmaus……come quel “Centurione straordinario, di cui la storia ha taciuto il nome, che davanti al modo di morire di Gesù, di fronte al dono di sé fino alla fine, rimane stupito, turbato, scosso fino nell'intimo e riconosce in lui il Figlio di Dio.(d. Paolo Curtaz)
Buona Pasqua!
don Maurizio Qualizza