L’odierna festa del ringraziamento si inserisce nella solennità di Cristo Re dell’Universo e, se da una parte, con il gesto dell’offerta dei frutti della terra che oggi facciamo è come se noi volessimo dare le primizie al Signore, dall’altra, sembra dirci San Paolo è Gesù che ci dà la vera “primizia” che è Egli stesso, la sua vita, la risurrezione. Ma potremmo anche tradurre, il Signore ci dà motivi alti, grandi per vivere, capaci di superare le crisi attuali che ci attanagliano e ci amareggiano. Superare come, specialmente l’ultima crisi vera, il giudizio ultimo di cui ci parla Matteo... con la carità, con la solidarietà, con la giustizia verso i poveri…..”
E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Oggi ci ritroviamo insieme per ringraziare, anche se lo facciamo ogni domenica se è vero che Messa-Eucaristia significa appunto ringraziamento.
Siamo qui per benedire Dio, nonostante sembri che il mondo faccia di tutto per trasformare il creato e il lavoro in maledizione, siamo qui per rispondere al comandamento del Deuteronomio che recita:
“Guardati bene dal dimenticare il Signore tuo Dio”.
Perché quando ci si dimentica di Dio, costruiamo la nostra vita sulla sabbia … il lavoro perde il suo senso, il sacrificio è una parola vuota, il produrre rischia di avere il solo fine egoistico…l’orgoglio del cuore spegne nel cuore il ricordo di Dio, poiché a causa di esso (orgoglio) l’uomo attribuisce solo a se stesso tutto ciò che è e tutto ciò che ha.
Ritornando dunque oggi con il pensiero, ma anche con responsabilità alla terra e ai suoi frutti, dovremmo recuperare lo spirito di Francesco d’Assisi che chiamò ‘sora nostra matre terra’, e i cui paesaggi ci fanno dire con le parole del salmo 64:
“ Tu, Signore, coroni l’anno con i tuoi benefici, i tuoi solchi stillano l’abbondanza. Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza. I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di messi: gridano e cantano di gioia”.
don Maurizio