Marco inizia oggi il suo vangelo dandoci una buona notizia, che questa buona notizia è una persona, Gesù Cristo, il quale realizza davvero la profezia udita da Isaia, “Consolate, consolate il mio popolo e gridatele che la sua tribolazione è finita”.
Chi dà questa notizia è Giovanni che pur avendo un alto ministero, un compito unico nell’indicare il Messia, fa un passo indietro mettendo in chiaro che non bisogna guardare a lui: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Anche noi abbiamo una grande vocazione, anche noi siamo in qualche modo chiamati a diventare profeti di Dio, aiutarci ed aiutare i fratelli a preparare la strada a Dio, ma superando ogni tentazione di idolatria sempre presente nella nostra vita, consci cioè che colui che fa, colui che dev’essere atteso, colui che salva è solo Gesù.
Accogliamo oggi la profezia del Battista, ma anche dei tanti profeti che camminano in mezzo a noi, guai se la profezia dovesse abbandonare la Chiesa e quando è avvenuto Dio ha suscitato grandi Santi, ieri Francesco, Antonio, oggi altri che anche noi abbiamo conosciuto, Madre Teresa, Giovanni Paolo II.
Come il Battista anche noi viviamo in un tempo in cui di fatto deve ancora finire un antico testamento per fare spazio ad uno nuovo, ci sono troppe nostalgie, troppi riflussi nel passato, troppa simpatia per un legalismo che non salva, per un culto vuoto che acquieta la coscienza.
Il Signore ci conceda in questo tempo di attesa, in cui egli vuole avvicinarsi a noi dentro la concretezza della nostra vita, la disponibilità ad accoglierlo perché il suo regno è davvero in mezzo a noi.
don Maurizio