Ogni persona è chiamata, ed è bello che questa pagina del Vangelo sia stata messa nel tempo ordinario perché ci dice come il Signore chiama nell’ordinarietà, nella ferialità della vita per renderla però straordinaria…
Ed è bello notare quel passaggio della lettura dove si dice: In realtà Samuele fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Cioè possiamo vivere nel tempio, essere battezzati, impegnati, aver fatto una scelta definitiva di consacrazione… senza aver mai conosciuto Dio...e ancora è bello soffermarci su di un altro particolare, Eli, il vecchio sacerdote che viene ripetutamente svegliato, che potrebbe simboleggiare per noi l’adulto, l’educatore che viene disturbato nel cuore della notte, nella sua vita, quando cioè potrebbe star in pace, non aver pensieri...
Ebbene Eli accetta questo disturbo - chiamiamolo così - e sa discernere, sa indicare la strada, non trattiene Samuele per sé non vuole realizzare i suoi sogni sul giovane, ma lo affida al Signore … Quante volte il nostro atteggiamento è diverso, io vedo padri e madri che tirano su i loro figli troppo a loro immagine e somiglianza, forti (ma si dovrebbe dire deboli) ad esempio di un’esperienza religiosa insignificante, la rendono tale anche per i loro figli. Oppure speravano di diventare qualcuno ad esempio nell’ambito dello sport … così i loro figli, poverini, devono diventare dei campioncini …anche se non ne hanno nessuna voglia!
Giovani Battista vede nell’uomo che era in fila con i peccatori per ricevere il Battesimo l’Agnello di Dio, l’atteso, il Messia … quante volte noi invece vediamo solo l’uomo Gesù, cioè una proposta tra le altre, non la proposta di una vita vera, piena, eterna, alla quale vale la pena di dare precedenza!
Che bello questo maestro, il Battista, che indica un altro Maestro da seguire...Oggi manca questo coraggio di indicare il Cristo e non se stessi, anche la drammatica crisi vocazionale che è premessa a un futuro imminente di vuoti di presenza di sacerdoti sul territorio diocesano è originata da questa mancanza a partire dalla famiglia, dal ruolo dei genitori per poi andare certamente anche alla responsabilità della Chiesa e dei suoi ministri.
“Che cercate?”, dice Gesù, è una domanda destabilizzante, non prende i discepoli per sé, ma corre il rischio di perderli prima ancora di averli acquistati. Cosa cerchiamo noi nella e dalla Chiesa oggi, nella nostra fede, nella vita, ebbene Gesù ci dice: pensate bene quello che state facendo, perché la fede non è sicurezza, restar fermi sulle proprie posizioni, ma andare a vedere qualcuno, essere disponibili ad una conversione, ad un cambiamento, è un’esperienza, non è sapere … questa è la differenza tra un cristianesimo che si accontenta di sapere … o di osservare certe regole e la fede in Lui… Il passaggio da un’esperienza teorica ad un’esperienza di vita …
Per l’evangelista e apostolo Giovanni l’incontro con Gesù è stato poi talmente straordinario, importante, decisivo che si ricorda persino l’ora dell’incontro stesso “erano circa le quattro del pomeriggio”.
Possa diventare anche per noi l’incontro con il Signore, l’Eucaristia alla quale anche oggi abbiamo partecipato, importante, decisiva, o perlomeno l’inizio di un cammino nuovo, nel quale, come il Battista, al di là delle cose, dell’apparenza, riuscire a vedere nella quotidianità un Dio che ci chiama per mostrarci (venite e vedrete) la bellezza dell’esser cristiani.
don Maurizio