Sembra essere l’unica volta in cui nel vangelo si registra che Gesù usi violenza o perlomeno toni molto bruschi, tanto da essere indignato. E lo fa perché non sopporta che si trasformi in mercato la casa del Padre suo, memore della parole del profeta Isaia che diceva: « La Mia Casa sarà una Casa di preghiera per tutte le Nazioni » . Questa cacciata dei venditori dal tempio è narrata anche dagli altri evangelisti, segno che non fu un fatto marginale e secondario della vita di Gesù, ma un insegnamento importante. Ma veramente ci si può fermare a un semplice fatto materiale, quasi di cronaca riguardante il tempio di Gerusalemme? Certo la pagina evangelica, come sempre prende la mossa da un fatto storico, da ciò che verosimilmente è avvenuto in quel mastodontico Tempio, ma forse per noi oggi significa qualcosa di più e di diverso del fare tante volte confusione in chiesa o dai giornali e candele che ivi si trovano e che possono dar adito a una specie di mercato. Gesù in verità già pensa al tempio del suo corpo e non meno al tempio che è ogni uomo, ci invita in poche parole ad “assumere gli stessi suoi sentimenti e atteggiamenti per prenderci cura del vero tempio di Dio che ancora oggi è profanato” che è appunto l’Uomo. Ce lo ricorda chiaramente l’apostolo Paolo nella prima lettera ai Corinzi: “non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio” (1Cor 6,19), e anche Pietro nella sua prima lettera “anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo? “(1Pietro 2,5) Chiediamoci oggi forse non vediamo l’umanità ridotta a mercato, il grande condimento dei radio e telegiornali non sono forse lo spread, le quotazioni in borsa, il mercato, le persone calcolate solo come posti di lavoro da tenere o da tagliare a seconda dei nostri bisogni produttivi e delle nostre esigenze, con la possibilità di sacrificarle al mercato anche la domenica e nei giorni santi? Ecco, oramai il santuario della presenza di Dio e luogo dell'incontro con Lui é la persona di Gesù. E visto che Dio vuole abitare nel cuore di ognuno, il primo luogo del culto è il cuore dell'uomo. Dio va cercato lì. "Ti cercavo fuori, ma tu eri dentro di me", diceva già sant'Agostino. Non è tanto il luogo o le osservanze esteriori che realizzano le condizioni per incontrare Dio, neppure le penitenze e i digiuni, quanto le disposizioni del cuore. Allora chiediamoci: cosa c'è oggi in questo nostro cuore? Se venisse Gesù in persona cosa butterebbe fuori? Per che cosa si indignerebbe? Credo che tutti abbiamo tanti “tavoli di cambiavalute, di denaro sporco” da rovesciare e dove se non nel sacramento della confessione che qualifica questo tempo di Quaresima?
don Maurizio