Secondo alcune statistiche sei milioni di pellegrini all’anno intraprendono un viaggio non da poco per andare a Gerusalemme nella Terra Santa, per visitare, oltre a tantissimi luoghi, un sepolcro vuoto, tappa obbligata nell’omonima Basilica. Poi cosa lasci questa visita nel cuore della gente non ci è dato da sapere, certo una cosa è credere in Gesù di Nazareth e magari anche che quella sia veramente la sua tomba, questo potrebbe essere il pensiero dei turisti, altro credere che Lui sia il Messia, e per giunta Risorto, Vivente! E questo potrebbe essere il pensiero dei pellegrini. Lo sa bene Tommaso di cui si riporta l’esperienza clou della sua vita nella pagina evangelica di oggi. Tommaso è incredulo perché ha sperimentato sulla sua pelle la propria fragilità e quella degli altri, è assente alla prima apparizione, non crede ai suoi compagni che erano spariti sotto la croce e che non avevano saputo difendere in nessun modo il maestro.
Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». In queste parole gravide di amarezza e delusione emerge tutta la sua incredulità, ma verso i suoi compagni. Tommaso rappresenta forse quell’umanità che attraversa i secoli e che anche oggi è scandalizzata dall'incoerenza di coloro che si dicono cristiani, ma non se ne va, potemmo dire, non esce di Chiesa e questa sua “fede”, nonostante tutto lo scandalo, lo premia, Gesù viene di nuovo, apposta per lui. Davanti non gli sta più un Dio impassibile, come recitiamo nel Credo di Aquileia. “Io credo in Dio Padre onnipotente invisibile e impassibile;” Dio in Gesù ha sofferto e su questa verità Tommaso crolla in ginocchio con quella bellissima professione di fede: "Mio Signore e mio Dio!". Perché dal Risorto non ha raccolto un giudizio, ma ha sentito una vicinanza perdonante di Dio, la sua Misericordia. Oggi domenica della Divina Misericordia, com’è stata voluta ormai anni fa dal Beato Giovanni Paolo II, il Signore la faccia sentire forte e vera anche in noi.
don Maurizio