Può sembrare strano ma il cristianesimo più che un amare Dio è un “lasciarsi amare” da Lui. Anche se la vita ci riserva tante avversità che in qualche modo ai nostri occhi rischiano di sconfessare questa verità, è solo Lui che ci ama con gratuità e totalità, gli altri, - con rare eccezioni?- lo fanno comunque almeno con un filo di interesse. Tutto il senso della nostra esistenza è in fondo uno scoprirci amati! E se “per caso”, dovremmo dire “per grazia” abbiamo scoperto di essere davvero amati da Dio, allora facciamo di tutto per restare in questo amore come ci ricorda oggi Gesù nel Vangelo “Rimanete nel mio amore”. E per restarci Gesù ci chiede di osservare i comandamenti, ma che non sono più le leggi scritte sulla pietra, i dieci famosi...
…ma il comandamento nuovo che Lui è venuto a rivelarci e che ha portato se vogliamo a pienezza tutti gli altri, “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato” (Gv 13,34a), lì si fonda anche l'amicizia con Lui ricordata nel versetto che recita: " Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando..." Questa è la chiave, la bellezza della vita, come mi ha ricordato proprio oggi un giovane che ama la Chiesa, i poveri, la nostra Caritas e che mi ha citato con emozione Sant'Agostino che credo possa bene sintetizzare il messaggio del Vangelo di questa domenica.
Tardi ti ho amato, bellezza così antica e così nuova, tardi ti ho amato. Tu eri dentro di me, e io fuori e là ti cercavo. Tu eri con me, ma io non ero con te. Mi hai chiamato, e il tuo grido ha squarciato la mia sordità. Hai mandato un baleno, e il tuo splendore ha dissipato la mia cecità. Hai effuso il tuo profumo; l'ho aspirato e ora anelo a te. Ti ho gustato, e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato, e ora ardo dal desiderio della tua pace. (San Agostino, Confessioni 10,27 seguenti)
don Maurizio