Celebriamo oggi la grande solennità della Pentecoste. Ma anche se tutte le solennità liturgiche della Chiesa sono grandi, questa della Pentecoste lo è in una maniera singolare, perché segna, raggiunto il cinquantesimo giorno, il compimento dell’evento della Pasqua, della morte e risurrezione del Signore Gesù, attraverso il dono dello Spirito del Risorto. Oggi la Parola di Dio ci testimonia lo stupore della gente che sentiva parlare gli apostoli nella propria lingua …Anche noi dovremmo sentire questo stupore sapendo che il Signore Gesù ci ama personalmente, ci conosce, parla la nostra lingua del cuore con tutte le sfumature che sono solo nostre, personalissime. Gesù oggi ci ripete: "Pregherò il Padre affinché Egli vi dia un altro Consolatore che rimanga con voi per sempre".
Lo Spirito viene anche definito Il Paraclito che significa colui che è chiamato accanto: L'advocatum, colui che rende Dio presente, vicino; e "rimarrà con voi per sempre". Lo Spirito può rimanere per sempre e potrà far capire dal di dentro le verità annunciate da Gesù, mentre Gesù se ne deve andare: "Bisogna che me ne vada, se no non verrà a voi lo Spirito, ma quando me ne sarò andato, verrà a voi lo Spirito di verità". Finché Gesù era sulla terra, tante verità rimasero incomprensibili ai suoi stessi discepoli perché Gesù non poteva che parlare dall'esterno, mentre il suo Spirito, penetrerà nelle profondità dei cuori e "vi insegnerà ogni cosa". Questo Spirito Consolatore è lo stesso Spirito di Gesù che, finché Lui era sulla Terra, era come racchiuso dentro di Lui, nel cuore, ma quando, sulla Croce, il velo della sua carne si squarciò, questo Spirito fu effuso sull'intera umanità. Accogliamolo e la nostra vita, pur in mezzo a tante difficoltà e crisi, diventerà più bella, più vivibile, più umana.
don Maurizio