Gesù nella sua vita pubblica ci ha rivelato un grande mistero, il “volto” nascosto di Dio, la sua vita intima. Questa gloria ci è possibile comprenderla non nel “ragionare” sulla fede, ma anzitutto nel “professare” la vera fede, la fede della Chiesa di sempre come recita la preghiera di colletta della Messa rivolgendosi a Dio Padre “fa’ che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l’unico Dio in tre persone”. Benedetto XVI in uno dei suoi primi Angelus da Papa ha tratteggiato con poche parole di estrema chiarezza la dottrina sul mistero trinitario: “Gesù ci ha rivelato il mistero di Dio: Lui, il Figlio, ci ha fatto conoscere il Padre che è nei Cieli, e ci ha donato lo Spirito Santo, l’Amore del Padre e del Figlio. La teologia cristiana sintetizza la verità su Dio con questa espressione: un'unica sostanza in tre persone. Dio non è solitudine, ma perfetta comunione.
Per questo la persona umana, immagine di Dio, si realizza nell’amore, che è dono sincero di sé”.
Se il mistero della Trinità non potrà mai essere totalmente compreso dalla nostra mente, ciò non toglie che possa essere invece totalmente vissuto, poiché, come abbiamo sentito, la pratica della carità è una manifestazione dell’amore trinitario: “Se vedi la carità, vedi la Trinità” scriveva sant'Agostino. Noi “conosciamo” la Trinità perché in noi, nella nostra umanità, siamo uniti al Figlio – alla sua Parola di salvezza – che ci conduce al Padre e con lui ci elargisce lo Spirito Santo, ossia, quando diviene consuetudine per noi aderire all’amore di Dio che ci apre alla carità verso i fratelli.
In questo tempo di sofferenza per il ripetersi del terremoto in Emilia, per le immagini di tanti fratelli e sorelle non solo rimasti senza casa, senza lavoro, feriti nelle loro cose più care, ma con il rischio, dettato dalla paura, di rimanere anche senza speranza, vogliamo, con la carità, testimoniare la nostra fede nella Santissima Trinità. Ai gesti che faremo si unisca la preghiera per tutti coloro che continuano a soffrire.
don Maurizio