Ritorna per noi tutti la festa di Sant’Antonio di Padova, il ritrovato protettore. Al “Santo” siamo invitati a guardare, anche, come esempio di comportamento personale e di relazioni familiari e sociali.
C’è un ideale che la sua vita e la devozione verso di lui ci suggerisce, quella dell’ideale francescano di fraternità e di pace, che a pensarci bene è l’ideale evangelico senza aggiunte e altro bisogno di etichette. Ma l’avere un riferimento “umano” e “santo” aiuta notevolmente a dirci che è possibile vivere il Vangelo. Questo spirito “evangelico-francescano” che significa anche “avere occhi per vedere e trattare tutti come fratelli, al di là di ogni differenza di rango e di divergenza sociale” può aiutarci fortemente a passare indenni dentro questo nostro tempo che rischia di “frullarci” continuamente non solo il tempo e il denaro, ma la mente e il cuore.
L’ha ricordato in settimana anche don Antonio Sciortino presente a Gradisca; tra le altre cose diceva il concetto che, ci vuole il coraggio di vedere anche il tanto bene che c’è e di andare contro corrente offrendo la preziosità della nostra esperienza ecclesiale.
Per vivere la fraternità e la pace “è necessario mettere da parte l’individualismo, la superbia, l’invidia, la gelosia, l’aggressività; saper coltivare la giustizia e, insieme, la solidarietà, la condivisione di gioie e fatiche, di sofferenze e speranze; tendere al dono di sé e non al possesso egoistico.” Lo abbiamo già sperimentato in questi giorni con l’operazione del “formaggio terremotato”, siamo invitati a sperimentarlo questa domenica con un atto personalmente di carità, lo faremo questa estate andando con i giovani a Poggio Renatico. A dare una mano al giovane parroco don Simone Zanardi. Ecco la carità che Sant’Antonio vuole per essere festeggiato.
Il nostro patrono ritrovato benedica tutti e ci custodisca, specie da ciò che in questo tempo ha fatto nuovamente tremare la nostra patria.
don Maurizio