Il tema di questa domenica è l'umiltà. Un ramoscello nella pagina profetica di Ezechiele, un granello di senape che diventa un grande albero nel Vangelo. Immagini del Regno di Dio due parabole con le quali l’evangelista Marco attraverso queste realtà all'apparenza piccole, come il chicco di grano e l'ancor più piccolo granello di senape, il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra... secondo le parole stesse di Cristo; ma che in realtà contengono in sè un'energia vitale insospettabile. Infatti, una volta gettati nel terreno, sia il chicco di grano che il granello di senape affiorano dal buio della terra spaccando le zolle e si affacciano alla luce; il primo per produrre la spiga, ricca di molti altri chicchi, il secondo trasformandosi rapidamente da sabbia scura in un flessuoso arbusto e poi in albero, con rami e fronde che accolgono e danno riparo agli uccelli.
Dunque il Regno di Dio non entra nella Storia con clamore, né con segni strepitosi che abbaglino la vista o incutano timore; esso scende tra gli uomini come il lievito che, nascosto nella farina, dà vita alla massa voluminosa e morbida da cui trarre il pane; oppure come il seme che nel buio della terra si trasforma spontaneamente. Il Regno di Dio, presente invisibilmente nella Storia, la feconda dall'interno, la orienta e la rende capace di aprirsi alla salvezza che viene da Dio. Non è l'uomo che salva; ma unicamente la grazia, l’amore di Dio: dono da accogliere, da amare e da far fruttificare.
Il Regno di Dio che nel racconto di Marco è paragonato ad un seme è, effettivamente, il seme della Parola, gettato dal Padre nel solco oscuro della Storia umana perché si apra alla bellezza della vita vera. E’ il Figlio stesso di Dio, che si è fatto uomo in Gesù di Nazareth, è sceso sulla/nella terra, è morto nel nascondimento per portare frutto. Questo criterio pasquale di morte e risurrezione non è facile da far nostro, ma è la strada, l’unica strada per rimanere in Cristo, nella sua logica, nella sua volontà, nella sua Vita.
don Maurizio