Oggi la liturgia della domenica cede il posto a una grande solennità, la festa di San Giovanni Battista, il più grande tra i nati di donna, come ha detto Gesù. Del Precursore possiamo giustamente rilevare molti aspetti: il suo esempio è una scuola di vita per tutti i tempi e per tantissime esperienze di vita religiosa nate nel corso della storia della Chiesa. Un esempio peraltro che non finisce di colmarci di ammirazione, quasi di un certo timore, come sempre accade quando ci troviamo di fronte al mistero di qualche grande! Ma, se è vero che tra noi e i santi c’è una distanza non da poco, è anche vero che anch’essi hanno vissuto la nostra condizione, forse con l’unica diversità che si sono lasciati condurre giorno per giorno nell'umile affidamento al Dio provvidente.
Così è avvenuto per il Battista, non si è piegato alle mode del suo tempo, alle lusinghe della carriera religiosa, pur avendo tanti seguaci, ma ha portato sempre nel suo cuore il mistero di Dio e vistolo di persona in Gesù di Nazareth non ha esitato a indicarlo come "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo".
Sapeva che al centro c’era un altro, lui doveva solo preparare la strada e poi con umiltà ha fatto un passo indietro, non prima però di individuare il vero "centro", l'atteso delle genti, colui che era veramente "primo" dall'eternità, il Verbo di Dio. Così dalla testimonianza del Battista dovremmo trarre una preziosa lezione per il nostro vivere cristiano, per il nostro stile di annunciare il Vangelo, per il nostro essere Chiesa. Il centro è Gesù, potremmo dire l’Eucaristia, la sua Comunità che si ritrova senza differenze e “riserve di appartenenza”, tutto il resto viene dopo.
don Maurizio