Una parola di grande consolazione è quella che ci viene donata in questa domenica, in particolare la visione profetica di Isaia con quel «Dite agli smarriti di cuore: Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi». Ma ancor di più con la concretezza di quel « allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. » Questa parola ci assicura che Dio non ci lascia soli, ma interviene nella nostra vita impastata da svariate sofferenze … Il cardinal Martini, la cui morte ha suscitato così vasto cordoglio, tra le sue tante lettere pastorali ha scritto una proprio dal titolo «Effatà».
Tra le tante cose dice che “Gesù non compie subito il miracolo. Vuole anzitutto far capire a quest'uomo che gli vuol bene, che si interessa del suo caso, che può e vuole prendersi cura di lui.
Per questo lo separa dalla folla, dal luogo del vociferare convulso e delle attese miracolistiche. Lo porta in disparte e con simboli e segni incisivi gli indica ciò che gli vuol fare: gli introduce le dita nelle orecchie come per riaprire i canali della comunicazione, gli unge la lingua con la saliva per comunicargli la sua scioltezza. Sono segni corporei che ci appaiono persino rozzi, scioccanti. Ma come comunicare altrimenti con chi si è chiuso nel proprio mondo e nella propria inerzia ? Come esprimere l'amore a chi è bloccato e irrigidito in sé, se non con qualche gesto fisico? Notiamo anche che Gesù comincia, sia nei segni come poi nel comando successivo, con il risanare l'ascolto, le orecchie. Il risanamento della lingua sarà conseguente. A questi segni Gesù aggiunge lo sguardo verso l'alto e un sospiro che indica la sua sofferenza e la sua partecipazione a una così dolorosa condizione umana. Segue il comando vero e proprio, "Effatà" cioè "Apriti!".
E' il comando che la liturgia ripete prima del Battesimo degli adulti: "Effatà, cioè: apriti, perché tu possa professare la tua fede a lode e gloria di Dio" (Rito dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti, n. 202). (Cardinal Carlo Maria Martini)
Possa oggi questa Parola di vita essere feconda anche nella nostra storia, nella nostra personale esistenza, aprirci al mistero di Dio, all’amore agli altri, al Suo Regno che viene.
don Maurizio