L’autore del libro della Sapienza invita i suoi lettori, gli ebrei della diaspora a fuggire il male e ricercare la sapienza.
Il brano che abbiamo ascoltato descrive in maniera quasi plastica l’ambiente in cui è nato e si è rivolta questa parola, Alessandria d’Egitto, la modernità di quel tempo, la ricerca dell’effimero, di quel mondo materialista che soddisfa l’oggi, che dà piacere, in una parola di un relativismo devastante.
Allora è quanto mai moderna questa pagina, in essa vediamo un mondo che non accetta più di sentire gli insegnamenti del Vangelo, la parola della Chiesa, un mondo che sembra rispettare tutti fuorché il cristianesimo e infatti oggi c’è una dura persecuzione in corso a tutte le latitudini.
Emblematica quella frase che abbiamo ascoltato: Dissero gli empi: «Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta. Questa generazione incredula che rifiuta non una cultura, un’ educazione ricevuta, ma i valori del Vangelo anzi di più la persona di Gesù. E non crediate, questa resistenza, dettata da un soggettivismo esasperato, da un relativismo latente, non filosofico, ma “di fatto”, cioè pratico, è presente anche in mezzo a noi, nelle nostre famiglie.
Chiediamoci oggi si educa davvero (e ce lo ricordava la prima lettura) a fuggire il male e ricercare la sapienza, ad essere fedeli alle Leggi dei Padri, cioè alla rivelazione, alla propria fede, alla tradizione religiosa, al nostro essere cristiani?
Viviamo giorni difficili, un tempo difficile ci ricorda l’apostolo Giacomo, “Fratelli miei, dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni … Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi?” Stringiamoci a Cristo e saremo forti nella verità a dispetto della menzogna che vige nel mondo ma che è comunque debole …
don Maurizio