Benvenuto Arcivescovo!
Sicuramente come già si è espresso, viene con trepidazione, tremore e gioia grande, del resto “lasciare” non è facile.
Ce lo ricorda oggi l’apostolo Pietro che rivolto a Gesù prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Ma Gesù rassicura e assicura: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà». Questo vale per tutti noi che siamo chiamati a lasciare non tanto un posto a noi caro, la nostra casa, il nostro paese, ma tanti stili di vita, modi di pensare che ormai sono diventati abitudini. E l’anno della fede che per noi inizia con la venuta in mezzo a noi dell’Arcivescovo Carlo, ci dice per mezzo delle parole di Benedetto XVI che dobbiamo “lasciare” un certo modo di pensare e di vivere la fede, un modo che non disturba, né noi né alcuna autorità, che non dà problemi, che è quella tiepidezza che oscura e fa rifiutare il messaggio dell’Evangelo. Il cristiano? Si è chiesto il Papa, «Non deve essere tiepido». Nei credenti, la fede «deve divenire fiamma dell’amore». Una fiamma «che realmente accende il mio essere, che diventa la grande passione del mio essere e così accende il prossimo». È questa, e null’altro, «l’essenza dell’evangelizzazione». Dio è un’ipotesi o no? È una realtà o no? Perché non si fa sentire? Ha continuato a chiedersi – a braccio – Benedetto XVI, e ha risposto: «Dio c’è, Dio ci conosce, Dio ci ama, è entrato nella storia. Gesù è la sua Parola, il Dio con noi, il Dio che ci mostra che ci ama, che soffre con noi fino alla morte e risorge».
Ci annunci questo Vangelo, carissimo arcivescovo Carlo, infonda speranza e fiducia a questa Chiesa goriziana “spiaggiata come le balene”, con lo sguardo ormai teso su grigi orizzonti, per prendere il largo nel mare della missione che, lo sappiamo non è lontana, ma è qui in mezzo a noi.
don Maurizio