Reduci dalla Pasqua, possiamo dire che Gesù ci ha parlato del Padre, ci ha svelato il mistero di Dio in modo davvero drammatico e meraviglioso “nella sua carne”, cioè per mezzo della concretezza della sua vita. Ma ci parla anche attraverso la suggestione dei simboli, delle immagini di cui sono disseminate le pagine della Bibbia. Oggi il Vangelo riporta l’immagine della vite e dei tralci,
tanto cara a quel contesto palestinese, ma non meno al nostro. “Parole semplici, chiare, illuminanti,esempi presi dalle vicende quotidiane per spiegare l’assoluto di Dio.” Con passione, sensibilità e rispetto Gesù ci parla per dirci che la vita scorre, la vita c’è solo nella comunione, nell’unione dei tralci alla vite, solo in un’unità sincera dell’uomo con Dio.
Proprio domenica pensavo, guardando alcuni bambini che non hanno la pace in casa, che stanno vivendo la sofferenza per la divisione dei propri genitori, “ombra” anche nel giorno più bello della loro Prima Comunione, pensavo se questa “potatura” della vita sarà occasione per portare frutto. Non è facile pensarlo, anche se la natura ci dice che solo la potatura rinvigorisce la vite e i tralci, non permette la dispersione della linfa lungo ramaglie che non porteranno mai frutto ma solo fogliame. Il Signore Gesù oggi ci invita a non abbatterci, a vivere anche questi passaggi dolorosi della vita come un’occasione, come una possibilità che ci viene donata. Non è facile, indubbiamente, è possibile solo portandosi dentro una fede non di facciata, ma educata, sofferta, resa matura dall’ascolto della parola e dalla pratica dei sacramenti. Certo, il tutto permeato dall’amore vero, come ci ricorda l’apostolo Giovanni nella sua Lettera:”Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità”, quell’amore che è garante della verità della fede.
Quest’amore, questa linfa è Gesù, la sua presenza, quel Pane spezzato, dicevamo ai bambini domenica scorsa, che abbisogna però della credibilità degli adulti, dei genitori in primis, di essere spezzato sulle tavole delle nostre case, “dentro” il progetto di un’educazione ai veri valori, “dentro” uno stile di vita essenziale e rispettoso di quella gran parte del mondo che ogni giorno fa fatica e
muore.
Allora dobbiamo riscoprire e ri-centrare la nostra relazione quotidiana con Gesù, obbedendo al suo invito, “Rimanete nel mio amore.” (Gv 15,9)
don Maurizio