Il profeta Geremia ci presenta oggi un oracolo “Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.”
Ebbene non ci è difficile affermare come questa realizzazione si compia “nella pienezza dei tempi”, quando, dice San Paolo ai Galati, “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, (…) perché ricevessimo l'adozione a figli» (Gal 4,4-5). La liturgia dell’Avvento, ancor di più incontrando questa settimana la solennità dell’Immacolata, ci invita ad alzare lo sguardo e ad aprire il cuore per accogliere Colui che è atteso dal mondo intero, Gesù.
Anche se la ricerca di Lui, della giustizia, della verità, della vera umanità, della fraternità, della vita eterna, cioè di un mondo che non finisca, in ultima istanza, dell’Amore, è fatta in modo strano, a volte sbagliato, laico, perfino “ateo”, ma è sempre Lui che attendiamo e ricerchiamo, come ce lo ricorda Sant’Agostino nelle sue Confessioni: “il mio cuore é inquieto finché non riposa in te “.
Quei giorni si stanno avvicinando, eppure noi siamo della comunità così chinati su noi stessi e sui nostri ‘affari’ da non renderci conto che sono ormai alle porte. L’uomo di oggi spesso si rassegna a una vita banale e senza futuro, senza speranze, senza sogni, a dire il vero anche perché tutto questo gli viene tolto. La proposta del tempo di Avvento scuote questo modo rassegnato e abitudinario di vivere.
Diamo centralità alla Parola letta insieme nella Lectio divina, crediamo vere le parole del Vangelo che ci dice: "State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso …" Vegliamo in questo tempo anche sul versante dell’Amore, della Carità vera e Cristo si farà sentire vivo e vero dentro di noi, non solo nella fissità di un presepio.
don Maurizio