Un'altra Epifania! Se epifania significa manifestazione (della gloria di Dio), allora il Vangelo di questa domenica ci rinnova davvero la manifestazione di questa gloria che per l’uomo significa salvezza. E la salvezza, felicità, ben-essere che il Signore vuole donarci è sempre grande, abbondante, smisurata. Così è per il vino di Cana di Galilea, se come dicono gli storici, una giara conteneva ben 120 litri! L’intervento di Gesù non solo “salva la festa che stava per finire male per mancanza di vino” ma dà un valore aggiunto, un vino buonissimo che nessuno può dare. E’ Lui il motivo della gioia, il senso ultimo dell’esistenza. In un mondo quale il nostro che non sa darci e darsi questo vino- gioia che è giustizia, verità, amore, futuro, “umanità” ma cerca stravaganze, credendosi onnipotente anche nel cambiare le carte in tavola, le realtà naturali uscite dalla Creazione cioè dalle mani di Dio, rimane solo il Signore a offrici, gratuitamente, fuori da ogni schema mercantilistico, questa pienezza di vita.
E se tutto dobbiamo far risalire a Gesù, alla sua mediazione salvifica, è pur vero che ciò avviene perché Maria, per prima, ha uno sguardo ci compassione verso i commensali, verso di noi rimasti poveri di amore, di vita, di speranza. E Maria quasi al nostro posto dice "Gesù, non hanno più vino". Maria lo dice al nostro posto perché noi siamo troppo occupati a lamentarci e a pensare alle nostre piccole egoistiche gioie personali...E ci indica la strada con quel «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». E’ solo la parola di Gesù che bisogna ascoltare, seguire, osservare, amare. Talvolta la volontà di Dio, il suo comando alle nozze di Cana, sembra assurda, incomprensibile, strana, (mettere acqua nelle giare quando ciò che mancava era il vino). Eppure chi obbedisce alla sua parola ha popi lo stupore, la bella sorpresa di “attingere del vino buonissimo”.
Papa Giovanni al tempo del Concilio Vaticano II chiedeva alla Chiesa di saper leggere i segni dei tempi, non ci stupiamo allora, ad esempio, se il Signore della storia, vuole farci riscoprire l’essenzialità della nostra vita anche attraversando questo tempo di crisi…, sì può essere anche vista come un “mettere alla prova la nostra Fede”, un’occasione propizia per purificarla. Lo STOP al benessere sfrenato che dovremmo chiamare con il suo vero nome “bene-avere” può essere davvero una grazia, può assomigliare cioè a quei no che i genitori talvolta dicono per il bene dei loro figli. Anche oggi Dio vuol venire a noi come festa e come gioia, dobbiamo togliere al cristianesimo quell’ombra di tristezza che non lo rende attraente, dobbiamo smentire con la nostra vita di fede l’affermazione di quel filosofo che diceva: «I cristiani hanno dato il nome di Dio a cose che li costringono a soffrire!». No, Dio viene per benedire la vita o come scriveva Bonhoeffer: “dobbiamo amare e trovare Dio precisamente nella nostra vita e nel bene che ci dà. Trovarlo e ringraziarlo nella nostra felicità terrena.”
Ed è e sarà ancora Maria, la Madre del Signore, anche nella sua venuta speciale in mezzo a noi il prossimo mese di marzo, a darci ancora una volta la garanzia di non essere dimenticati, cioè di essere sempre figli amati.
don Maurizio