Il libro degli Atti ci offre il lieto motivo di questa domenica laddove Luca annota:” Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola”. E’ questo ascolto spirituale ed esistenziale allo stesso tempo, della Parola di Dio che apre e abilita all’esperienza dello Spirito. Tutto il cammino della Chiesa, fin dai suoi inizi è condotto dalla forza dello Spirito, è sempre di Dio l’iniziativa, come ci ricorda l’apostolo Giovanni nella sua prima lettera, “non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi …” e in questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: “Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui”.
Così gli Atti degli Apostoli nell’incontro di Pietro con il pagano Cornelio, sono testimoni del superamento culturale -religioso che apre all’universalità della fede e alla possibilità di tutti di incontrare il Signore e con lui la salvezza. L'universalismo cristiano, che segna il tempo dello Spirito, il tempo della Chiesa, può sembrarci oggi scontato. Sembra scontato oggi dire che di fronte a Dio siamo tutti uguali, che lui "non fa preferenza di persone" (v. 34) e accoglie indistintamente tutti. Questo invece è il contributo cristiano che si fonda sull’esperienza dello spirito, altrimenti le tensioni riemergono sempre e di fatto sono ogni giorno sotto gli occhi di tutti.
Oggi la parola di Dio ci chiede su questi versanti della nostra vita e della Storia in genere, di “passare dal piano delle affermazioni astratte a quello della realtà concreta”.
Dove però non deve farsi strada l’idea dell’appiattimento di tutti su tutto, bensì quello della ricchezza delle differenze, della complementarietà dei ruoli, com’è stato iscritto nella natura umana dallo stesso Creatore. Sarà possibile realizzare questo ecumenismo dell’amore, come cerca di testimoniarlo Papa Benedetto XVI in questi giorni in terra Santa, solo partendo da una disponibilità del cuore che possiamo ritrovarcela obbedendo al comandamento di Gesù:"Rimanete nel mio amore"; in questo suo invito ci viene semplicemente detto di fare di Dio la nostra dimora, lasciandoci amare da
Lui, accogliendo con fede e con gioia il suo amore.
"Non c'è nessuno che non ami..." scrive Sant'Agostino (Disc. 34), parlando della capacità di amare, come di una energia di cui il Creatore ha dotato l'uomo; ma questo essere, che spontaneamente ama, ha anche un bisogno estremo di sentirsi amato, accolto e rassicurato; e non c'è niente di più rassicurante delle parole del Cristo: “Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi; rimanete nel mio amore".
don Maurizio