Mi sono chiesto cosa ci voglia dire il Signore con la sua parola questa domenica riguardo la Giornata della Vita che ha come tema “Generare la vita vince la crisi” .
E nella prima lettura con sorpresa ho letto che davvero l’iniziativa è sempre sua ed è un’iniziativa di vita e di salvezza, dice Geremia: «Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato … Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti». Ed è sotto i nostri occhi la guerra che la nostra società, che si è allontanata da Dio, fa alle leggi iscritte nella natura dell’Uomo e del Creato. A tal proposito resta come “pietra miliare” il discorso che Papa Benedetto XVI fece nel 2011 al Bundestag, incentrato come è sulla legge morale naturale, senza rispettare la quale gli Stati si trasformano in una “banda di Briganti” come scriveva Sant’Agostino.
Quando l’uomo rifiuta il progetto di Dio, rimane vittima, e la storia lo insegna, di tentazioni culturali che lo rendono schiavo. La memoria della Shoah di questi giorni ne è la triste e non unica conferma.
Questa verità del progetto di Dio si è compiuta in Gesù di Nazareth, come ci dice la pagina del Vangelo, «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Ma la contrapposizione e l’ironia, sono sempre pronti a emergere, fin dai tempi di Gesù : «Non è costui il figlio di Giuseppe?», come dire, ma chi crede di essere, ma crede di avere la verità?
Possiamo possedere tutto, San Paolo dice che se anche “conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza” tali da cambiare il mondo ma non avessi l’amore, non serve a nulla.
Quando manca l’amore, e di questo, l’amore alla vita prima di tutto, veramente tutto rischia di venir meno. Non si può allora, perché non è né giusto né sufficiente, richiedere ulteriori sacrifici alle famiglie che, al contrario, necessitano di politiche di sostegno, anche nella direzione di un deciso alleggerimento fiscale. Perché dov’è la fonte della vita se non nelle famiglie? In quel “noi” che si vorrebbe distruggere in questo nostro mondo del “soggettivismo esasperato ed idolatra”. Non per nulla San Giovanni può affermare che «noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli» (1Gv 3,14). Al disamore, alla solitudine, alla vita dimenticata che soffre dentro tante mura delle nostre case, il Papa disse, “Io penso che forse gemellaggi tra città, tra famiglie, tra parrocchie potrebbero aiutare. Che realmente una famiglia assuma la responsabilità di aiutare un’altra famiglia» (Intervento alla Festa delle testimonianze al Parco di Bresso, 2 giugno 2012). Non passi in vano questa Giornata della vita, ma sia punto di partenza di riflessioni e di impegni.
don Maurizio