L ’incipit della preghiera di colletta che la liturgia oggi ci suggerisce “Dio di eterna misericordia …” ci dà subito il tema di questa domenica ottava di Pasqua, dal 2000 la domenica della divina Misericordia, grazie ad una intuizione di Giovanni Paolo II coltivata dentro l’orizzonte spirituale di Santa Faustina Kowalska ed estesa poi a tutta la Chiesa. La misericordia di Dio è legata indissolubilmente alla debolezza che si è rivelata in Gesù, infatti Giovanni nella pagina del Vangelo in modo quasi plastico ci dice che Gesù, mostrando i segni delle sue ferite, ci invita al perdono, alla misericordia e nello stesso tempo perdona i peccati. E’ il mistero della croce di Cristo, del suo amore senza misura, la fonte della riconciliazione e del perdono, Ce lo ha ricordato Papa Francesco con queste parole:
“La Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo."
A volte ci sembra che Dio non risponda al male, che rimanga Vita della comunità in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha risposto, e la sua risposta è la Croce di Cristo:
una Parola che è amore, misericordia, perdono”. E ancora: “Dobbiamo portare la vittoria della Croce di Cristo a tutti e dappertutto; portare questo amore grande di Dio.
E questo chiede a tutti noi di non avere paura di uscire da noi stessi, di andare verso gli altri.” Ma la misericordia di Dio, annota il libro degli Atti, si rivela anche nei discepoli e nello stesso testo si dice che questa supera i confini del sacro rappresentato da Gerusalemme, “Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti”, manifestando così anche l’imparzialità dell’amore di Dio in quel “tutti".
La MISERICORDIA poi é quella debolezza che viene consegnata alla Chiesa, perché questa debolezza, non altro, sia centro da cui tutto parte, sia di impulso alla missione, sia norma di un agire che davvero possa rendere fertile il campo dell'annuncio. Senza questa povertà,
senza questa debolezza alla quale siamo chiamati ad affidarci, non ci può essere nessun frutto, non ci può essere nessun vero raccolto.
La verità di questa prospettiva di fede è sotto i nostri occhi ancora nell’agire, fin dal primo giorno di pontificato, ma in realtà da sempre nella sua vita, in Papa Francesco, un modo di essere e di amare “con tenerezza”, con misericordia”, che forse anche destabilizza, ma che indubbiamente conquista più dei grandi discorsi.
Sono bastate quelle poche parole “Dio non si stanca mai di usare misericordia…” pronunciate in modo credibile, per ricreare le file ai
confessionali.
Si legge nel diario di Santa Faustina “Oh, se tutti conoscessero quanto è grande la Misericordia del Signore, e quanto noi tutti abbiamo
bisogno di questa Misericordia e specialmente in quell'ora decisiva! (Diario 2°Q III Parte)”.
Ecco è l’invito a fidarci e affidarci a quest’amore di Dio che vuole solo una cosa, il nostro bene, la nostra vera felicità, quella
pasquale.
don Maurizio