Il Vangelo di questa domenica potrebbe avere come titolo l’inaspettata uscita di Papa Francesco:
«Non esiste il sacramento della Dogana pastorale. Dobbiamo facilitare la fede della gente».
E infatti vediamo le due posizioni, quella di Simone il fariseo che vede gli altri attraverso delle etichette, anzi dei marchi dati per sempre! E quella di Gesù che vede semplicemente arrivare una donna, mentre gli altri vedono una peccatrice, lui vede un'amante: dice infatti: “ha molto amato”. L'amore in altre parole vale più del peccato. E’ un passaggio delicato e forte del Vangelo, che rovescia convenzioni e ruoli, che mette prepotentemente al centro l’essere umano e l'amore. Questo basta. Un Vangelo che ci provoca, ci contesta e ci incoraggia. La fede non è un intreccio complicato di dogmi e doveri.
Gesù ne indica il cuore: ama, hai fatto tutto. E’ bello notare come questa donna non chiede semplicemente perdono. Pietro, come ci dice il Vangelo di Luca, dopo la pesca miracolosa dirà infatti: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». Questa donna fa dei gesti, che potremmo dire esagerati, il profumo e le carezze e i baci? Questa donna va oltre, non misura l’amore verso Dio.
Gesù gode il fiorire dell'amore, vede la donna uscire dalla contabilità del dare e dell'avere, da una rapporto con Dio materialista “do ut des” - «io do affinché tu dia» - Gesù guarda al di là delle etichette, non fa pagare nessuna dogana pastorale, Dio non è il grande con¬tabile delle nostre opere buone e dei nostri peccati, ma colui che sempre accoglie e non si stanca ci ripete sempre Papa Francesco di perdonare e avere misericordia …e l’altro giorno ha detto: "preferisco una Chiesa che sbaglia per fare qualcosa ad una che si ammala per rimanere rinchiusa". Che domanda farci? Ad esempio nella prima lettura si legge che Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!» Sono capace di chiedere perdono al Signore, mi accosto a Natan (la Chiesa, il confessore?) per farlo? San Paolo ai Galati diceva:Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. Lo possiamo dire anche noi? Nel Vangelo Gesù interroga Simone che alla domanda «Chi dei due debitori amerà di più il padrone?». Risponde: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». E Gesù gli disse: «Hai giudicato bene». Crediamo che Dio ci ha condonato il peccato che ci portava alla morte, donandoci suo Figlio? Cioè che gli dobbiamo la vita ogni giorno, ad ogni respiro? C’è abbastanza per darci del tempo di riflessione durante questa giornata e far scendere dentro il cuore questa parola.