Oggi Dio ci manda un messaggio straordinario, la domanda che Gesù fa ai suoi discepoli sulla sua identità, sì chi sono io ma in realtà “chi è Dio?”, ormai gli apostoli sono con lui da un paio d’anni, lo conoscono per i suoi miracoli, per i suoi discorsi, per le cose dette anche in segreto eppure lui dopo la gente arriva a chiedere ai suoi «Ma voi, chi dite che io sia?». Una domanda che ci interpella, siamo chiamati cioè a dare una risposta personale al Signore, egli non ci vede confusi tra la folla, la gente, ma ci conosce e ama personalmente, cioè ci vede “unici”, come dice quella canzone di Claudio Chieffo del 1964 in pieno Concilio Vaticano II: Il Signore sa perfino quanti capelli hai sulla testa che poi è presa dal Vangelo dove leggiamo: ”Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati”.
Sì, si possono dare tante risposte sull’identità di Gesù, risposte che non compromettono, è relativamente facile parlare di Lui, sono le prime risposte dei discepoli, ma poi ci si deve arrendere alla domanda che sale personalmente dal cuore, dalla Parola di Dio, “ma per te chi sono io?” e parlare “a Lui!”. Certo Pietro risponde correttamente, «Il Cristo di Dio» eppure Gesù deve precisare, il fatto che egli sia proprio il Figlio di Dio non gli dà un salvacondotto, non lo risparmierà dalla sofferenza, la strada non è la gloria, la potenza, l’onore, ma la croce! Ci vengono ancora in aiuto le parole di Papa Francesco che giorni fa ha detto:
“Chiediamo al Signore la grazia di non essere una Chiesa a metà cammino, una Chiesa trionfalista, dei grandi successi, ma di essere una Chiesa umile, che cammina con decisione, come Gesù. Avanti, avanti, avanti. Cuore aperto alla volontà del Padre, come Gesù. Chiediamo questa grazia”. E ancora: “La Chiesa non è un’organizzazione di cultura”, ma è “la famiglia di Gesù”. E ancora: “Sempre ci sarà la seduzione di fare cose buone senza lo scandalo del Verbo Incarnato, senza lo scandalo della Croce”. Dobbiamo invece “essere coerenti con questo scandalo, con questa realtà che fa scandalizzare”. E’ “meglio così: la coerenza della fede”.