La solennità della Pentecoste, almeno per noi che viviamo la nostra vita di fede come un cammino verso la felicità, è l'immenso Dono dello Spirito Santo, che ispira, sorregge, conforta, si fa forza della nostra spiritualità. Potremmo definirla 'IL NATALE DELLA CHIESA'.
È bello ricordare come Gesù, quando venne tra di noi e scelse, all'inizio della sua vita pubblica i Dodici, fu per loro come un 'noviziato' di preparazione a quello che, secondo i disegni del Padre, sarebbe
stato l'inizio della Chiesa.
In questo 'noviziato' gli apostoli mostrarono tutta la debolezza - che è di ogni uomo - senza la presenza dello Spirito. E la fuga davanti alla cattura di Gesù sta proprio a dimostrare la loro e nostra fragilità e miseria umana... che non dovrebbe essere propria dell'uomo, creatura di Dio! Dopo la Resurrezione, per quaranta giorni il Signore apparve tra loro; continuò la Sua “scuola” di fede e, ascendendo al Cielo, raccomandò loro di 'stare insieme in preghiera, in attesa dello Spirito, che avrebbe mandato'.
Quel giorno avrebbe segnato l'inizio della Chiesa: quella Chiesa cui noi apparteniamo e che, forse, non sempre abbiamo saputo 'essere', per tante ragioni. Si rimane quasi increduli nel leggere la pagina degli Atti degli Apostoli di questo giorno di Pentecoste, brano che narra ciò che lo Spirito ha operato, su quanti erano in preghiera nel Cenacolo. In un attimo cambia letteralmente la nostra storia e, da poveri uomini, ci rende capaci di grandi cose, fino al martirio. Tutto questo cambiamento, operato dallo Spirito Santo in noi, lo vediamo moltissime volte in fratelli, sorelle, che non nascondono la debolezza della propria natura, ma poi, quando lasciano operare lo Spirito in loro, vediamo le grandi opere che riescono a compiere. Forse non diamo o non abbiamo dato abbastanza peso, nella vita, alla trasformazione dell'umanità nella Pentecoste, che iniziò e ha guidato nei secoli la vita della Chiesa, a cui noi abbiamo il dono e il privilegio di appartenere. Quante volte, io stesso, mi sono chiesto: 'Ma come ho potuto fare questo o quello? Dove ho trovato la forza per affrontare una tale situazione?'. E chissà quante volte anche voi siete stati colti da sorpresa per la fortezza e l'ispirazione - sempre se avete la coscienza della presenza dello Spirito in voi - davanti a decisioni o fatti, che avrebbero dovuto dare scacco matto alla nostra debolezza umana.
Saremo capaci di 'aprirci' all'azione dello Spirito, contemplando nella Pentecoste il 'grande giorno' della Chiesa e di ciascuno di noi? Così la Chiesa oggi prega: “Vieni Santo Spirito, manda a noi dal Cielo un raggio della Tua Luce. Vieni, Padre dei poveri, vieni Datore dei doni, vieni Luce dei cuori. Consolatore perfetto, Ospite dolce dell'anima, dolcissimo Sollievo. Nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto. O Luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la Tua Forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli, che solo in Te confidano, i Tuoi santi Doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna”.
Antonio Riboldi, Vescovo