Dopo la testimonianza di Abramo di domenica scorsa sulla sua accogliente ospitalità che può riservarci delle sorprese al punto da …”ospitare Dio” o perlomeno i suoi messaggeri, oggi è ancora Abramo che sfida la bontà di Dio che si fa intercessore per le città corrotte di Sodoma e Gomorra che il Signore voleva distruggere. Abramo ardisce parlare al Signore chiedendo di salvarle se in esse troverà almeno cinquanta giusti. E poi va in trattativa con Dio abbassando il possibile numero dei giusti che magari si possono trovare. Sembra quasi che Abramo conosca quella parola che Gesù registrata nel Vangelo di Giovanni, quasi una sfida che Gesù lancia:
“Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò” (Gv 14,13.14).
In un suo discorso Papa Francesco a questo proposito ebbe a dire: “È forte questo! Il problema è se noi abbiamo realmente il coraggio di affrontare questa ‘sfida’: “Abbiamo il coraggio di andare da Gesù e chiedergli: ‘Ma tu hai detto questo, fallo! Fa che la fede vada avanti, fa che l’evangelizzazione vada avanti, fa che questo problema che ho venga risolto … ’. Abbiamo questo coraggio nella preghiera? O preghiamo un po’ così, come si può, spendendo un po’ di tempo nella preghiera?” (Papa Francesco, Omelia 03.05.2013). Un esempio di vero coraggio proviene dalla Sacra Scrittura, ha detto il Papa, dove i grandi padri Abramo e Mosè hanno avuto l’audacia di “negoziare col Signore in favore degli altri, in favore della Chiesa”. Questo ardore di millenni fa, è ancora più urgente oggi, perché – ha spiegato papa Bergoglio – “quando la Chiesa perde il coraggio, entra l’atmosfera di tepore”. A questo punto anche noi dovremmo dire come i discepoli del Vangelo: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». E lui di rimbalzo ci offrirebbe l’unica preghiera, quel “Padre Nostro” che davvero contiene tutta la rivelazione di Dio. Preghiamo questa settimana in famiglia, da soli, insieme e qualcosa di bello fiorirà.
don Maurizio