Pur essendo già ripreso il tempo ordinario feriale, le solennità ci portano alla pienezza del tempo pasquale arrivando al cuore del mistero con la festa odierna della Santissima Trinità.
Una festa che intende svelarci il mistero salvifico del nostro Dio, “Un Dio vicino, a portata di mano, ma non manipolabile; lontano, inafferrabile, ma non irraggiungibile; infinito e stupefacente, ma non eclatante; eterno, immenso, non circoscrivibile; incomprensibile, eppure amabile, amabilissimo: credere in un solo Dio non significa fare della aritmetica applicata al trascendente. Dio non è calcolo e quantità, ma amore e bellezza; non è “sistema” ma “mistero”: nel sistema non si danno persone, ma solo numeri e fattori, funzionari e burocrati; nel mistero invece si danno persone uniche, originali, irripetibili, nei cui confronti non è consentita alcuna computisteria.” (Francesco Lambiasi)
Una festa però che anche ci impegna nel discorso della missione, infatti nel Vangelo troviamo il mandato di Gesù: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Missione è “essere, diventare discepoli” , questa è la salvezza offerta da Gesù, tramite la Chiesa, il suo prolungamento “nei suoi”, di fatto già il nome di Gesù dice che “Dio -salva”, è il Salvatore, a noi la disponibilità ad accoglierlo e farlo diventare, anche se l’immagine può essere impropria, significativo nella vita degli uomini.
don Maurizio