Ad essere onesti sembra quasi che questo Vangelo parli di rinuncia sintetizzata in quell’ultima frase che abbiamo ascoltato:« Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Molte volte l’esperienza religiosa, cristiana per noi, è stata concepita o ancora lo è come una serie di rinunce (i no dei comandamenti) E invece il Vangelo oggi non ci chiede di rinunciare, anzi, ci chiede di non rinunciare mai a una determinata cosa, altrimenti non entriamo in Paradiso. E' la croce. "Chi non prende la propria croce e non viene dietro a me..."
Ad altre sì bisogna rinunciare, a quelle che ci disumanizzano e ci tolgono la libertà, ne fa fede la tensione di questi giorni sull’intervento armato, sulla guerra in Siria. Le parole di Papa Francesco sono chiare, solo la coscienza di chi è sapiente a questo mondo (e tra di essi non solo cristiani o appartenenti ad altre religioni, ma anche laici e non credenti) è riuscito a dire un chiaro « mai più la guerra! Mai più la guerra!
La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato» A tutti quei fratelli e sorelle costretti a portare una croce pesantissima che non è la loro, ma la materializzazione di tanti interessi politici ed economici, di strategie globali delle grandi potenze, e come ha ricordato sempre Papa Francesco nell’angelus di domenica scorsa «Pensiamo: quanti bambini non potranno vedere la luce del futuro! » Questo dolore innocente deve un po’ far parte anche della nostra vita, con delle piccole rinunce, ad esempio la proposta del Papa del digiuno e cercando quella vera “bella vita”, quella felicità che non è fatta dalle cose, dall’immagine di sé, dal possesso, ma – ce lo insegna Francesco d’Assisi - che solo quando ha abbandonato la cosiddetta "bella vita", per scegliere la via stretta della rinuncia e seguire i comandamenti del Signore, allora sì che hanno pianto di gioia e ha finalmente trovato la felicità.
Guardando in questi giorni alla Vergine Addolorata, il pensiero e la preghiera per la pace e per quanti soffrono, possa abitare il nostro cuore.
don Maurizio