"Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga" (1 Cor 11,26).
Queste parole con le quali San Paolo ricorda ai cristiani di Corinto che la “cena del Signore” non è solamente unincontro conviviale, ma anche - e soprattutto - il memoriale del sacrificio redentore di Cristo, vorrebbero illuminare il grande mistero che come comunità abbiamo appena celebrato giovedì scorso, ma che è attuale ad ogni Messa! Chi vi prende parte - spiega l’Apostolo - si unisce al mistero della morte del Signore, anzi, se ne fa “annunziatore”. Dunque esiste uno stretto rapporto tra il “fare l’Eucaristia” e l’annunciare Cristo.
Entrare in comunione con Lui nel memoriale della Pasqua significa, nello stesso tempo, diventare missionari dell’evento che quel rito attualizza; in un certo senso, significa renderlo contemporaneo ad ogni epoca, fino a quando il Signore ritornerà.(M. L.)
La Chiesa in ossequio ad un’antica tradizione, nata al tempo del miracolo eucaristico di Bolsena, festeggia con la processione, con delle manifestazioni esteriori il corpo e il Sangue di Cristo, non è un fatto sorpassato, una pratica di altri tempi, ma un segno eloquente per richiamare a tutti che non basta partecipare, celebrare la Messa, bisogna anche annunciarla pubblicamente, portarla nella vita, fuori di Chiesa realizzando quell’ “Ite Missa est” che ha tutto il sapore della missione!
Ecco forse una prima domanda da farci, quanto viviamo la Messa fuori dal rito, quanto ci “giochiamo” in una testimonianza sincera e credibile, quanto con motivazione di fede, di coerenza evangelica sappiamo tradurre in servizio alla Comunità, alla società, l’Eucaristia che celebriamo.
Nel Vangelo di Luca, nel contesto della moltiplicazione dei pani, Gesù usa verso gli apostoli un imperativo: “Date loro voi stessi da mangiare” (Lc 9,13). Sembra che il Signore dica loro (e a noi) non scaricate le vostre responsabilità, ritrovate motivi di solidarietà, portate i pesi gli uni degli altri …(Gal 6,2) Viviamo un tempo difficile, di accoglienza, di amore, di fraternità, di capacità di ascolto, anche di sicurezze materiali, possiamo davvero sperimentare la gioia di vivere questa parola di Gesù, questo invito evangelico. Solo così le nostre Eucaristie saranno vere, e non solo per la festa del Corpus Domini, il Signore ci dice di provare, di tentare con la promessa di ritrovare l’abbondanza in cose ben più preziose!
don Maurizio