Le domeniche che stiamo vivendo, compresa quest’ultima dell’anno liturgico, con la festa di Cristo Re, ci fanno guardare avanti, al nostro destino di gloria; ci fanno partecipare cioè alla gloria di Cristo e questi crocefisso direbbe san Paolo. Questo sguardo di speranza allora nonostante tutte le difficoltà ci induce ad impegnarci con maggior lena nel presente, nell’oggi del Signore, che ci è dato.
Cristo ci è Re perché gli apparteniamo fin dall’eternità e per l’eternità. Così il Padre ha deciso per noi. Lui ci ama tanto da venirci a cercare: “Io cercherò le mie pecore”, ci ricorda il profeta Ezechiele. E allora il cristianesimo, anzi la fede cristiana, di cui quest’anno che oggi si conclude voleva proprio riscoprirne la bellezza, è una meraviglia! Non siamo cioè nel vuoto, nel nulla, nella dimenticanza, ma c’è un Dio che ci cerca, che ci prende per mano, che ci mette sulle sue spalle e per farci comprendere e vivere questa verità umanamente sconvolgente ci ha inviato suo Figlio Gesù.
Come ci ha ricordato san Paolo apostolo ai Colossési «Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati».
E Gesù, nel Vangelo, ci ha prospettato questo futuro di gloria: Lui, Re, che passa dal trono della Croce al trono di gloria, e ci destinerà a partecipare alla sua gloria per sempre: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Come ricevere e vivere questo invito, lo stesso che ricevette un poco di buono, un ladrone?
Se seguiamo Gesù oggi. Se lo serviamo oggi, se lo amiamo oggi… Come? Dove? E sempre Gesù ci dice: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me”.
Il Cristianesimo è un altro mondo dentro questo mondo ed è un servizio d’amore inesauribile: sempre nuovo, sempre pieno di dedizione, di entusiasmo, di sorprese.
Spendersi per gli altri è spendersi per gli amici di Gesù, è farlo a Gesù. c’è una cosa però che dobbiamo fare, come Francesco d’Assisi, chiedere al Signore: “Signore cosa vuoi che io faccia” rimettere cioè nelle sue mani la nostra vita, la mia vita, fidarmi della sua provvidenza, instaurando un dialogo, una rapporto confidenziale con Lui. Apriamo il nostro cuore a questo, ci sarà propizio il tempo di Avvento che domenica prossima inizieremo…
don Maurizio