Il Vangelo di questa seconda domenica dopo Natale ci ripropone la bellezza del prologo di Giovanni che fotografa la realtà del suo tempo e di goni tempo, l’avversione dell’uomo alla Luce, a prendere con sé in casa il mistero, la presenza di Dio. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo… eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. E laddove dice “suoi” intende per primi i suoi correligionari, coloro che si vantavano di credere nell’Unico Dio. Chi lo va a cercare, chi vive quella ricerca, quella “inquietudine” di cui ha parlato ieri Papa Francesco, sono i Magi che ritroviamo nella festa dell’Epifania. “È l’inquietudine che ci prepara a ricevere il dono della fecondità apostolica. Senza inquietudine siamo sterili”, parole sue, ma che facciamo nostre e dovrebbero essere il filo conduttore di questo nuovo anno pastorale.
don Maurizio