Come abbiamo sentito dalla pagina evangelica: Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. E la monizione all’inizio della Messa ci ricordava precisamente che sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale. Questa festa se vogliamo ci dice che siamo chiamati a far memoria di quella festa, dell’incontro cioè tra Dio e l’umanità e oggi il vangelo ci propone un altro incontro, quello tra Gesù Bambino e il vecchio Simeone; simbolicamente l’incontro tra il mondo pagano che è vecchio e va scomparendo e il nuovo inizio in Cristo, che è speranza come per il vecchio Simeone così per noi. Eppure dobbiamo dire che quel mondo pagano, delle tenebre stenta a morire. E non tanto attorno a noi, quanto dentro di noi. Ce lo ricordava a Natale il prologo di Giovanni con le parole…
“Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
La luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno accolta
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.”
Com’è facile preferire le tenebre, rifiutare quel Gesù che Simeone chiama “luce per illuminare le genti”. Ecco il senso dei ceri, di queste luci che la liturgia oggi evoca, esse non sono fioche ma vive, non sono come quelle artificiali, fredde al neon, le attrattive di un mondo che non ha pace e non è capace di dar, vita, speranza, amore. La luce di Gesù è viva, dà calore, riscalda il cuore, ma possiamo accenderla solo noi con il nostro sì, aprendogli la porta del nostro cuore, donandogli la nostra libertà…Accogliamola come ha fatto il vecchio Simeone, anche lui stanco, deluso, rassegnato, ma aprendosi alla novità dello Spirito, diventa un uomo nuovo, capace di vedere dove gli altri non vedono e non vedranno neppure quando il Cristo farà i segni del Regno che viene, i miracoli…Chiediamo oggi anche noi questa luce, questa unzione dello Spirito, toccando il corpo di Cristo nell’atto della comunione eucaristica chiediamo di essere confermati nella fede…
don Maurizio