Carissimi, domenica 23 marzo alla sera ho saputo dell’annuncio del Papa dato nella stessa mattinata all’Angelus, quello di festeggiare il perdono-amore di Dio, con una due giorni non stop di chiese aperte e disponibilità dei sacerdoti per il sacramento della penitenza ai fedeli. Così si è infatti espresso Francesco:” Venerdì e sabato prossimi vivremo uno speciale momento penitenziale, chiamato “24 ore per il Signore”. Le chiese saranno aperte per la preghiera e le Confessioni, sarà -possiamo chiamarla così - la festa del perdono. Il perdono che ci dà il Signore si deve festeggiare, come ha fatto il padre della parabola del figliol prodigo, che quando il figlio è tornato a casa ha fatto festa, dimenticandosi di tutti i suoi peccati.” Sicuramente l’idea gli è nata nel cuore meditando sulla misericordia che il Signore Gesù ha usato verso la Samaritana, il Vangelo di domenica scorsa…. E’ risaputo infatti che Papa Francesco ama preparare personalmente dopo lunga meditazione (com’è nello stile gesuitico) le sue omelie e i suoi interventi. Ma non di meno perché Lui è stato educato fin da piccolo alla “Divina Misericordia” la spiritualità di Santa Faustina Kowalska, me l’ha confidato la scorsa settimana in una intervista il Cardinale di Cracovia, che l’ha sentito proprio da Lui.
Devo dire che ho fatto quattro conti e ho visto l’impossibilità per noi di fare questo in parrocchia in questo fine settimana, alcune persone me l’hanno anche chiesto quasi con insistenza, ma per tanti motivi non era possibile realizzarlo. Sono andato a rileggermi l’Angelus che per ovvi motivi non avevo ascoltato (quell’ora coincide sempre la S. Messa) e ho trovato in verità delle parole forti: "Il perdono che ci dà il Signore si deve festeggiare", come ha fatto "il padre del figliol prodigo". Nell'incontro di Gesù con la samaritana, egli "rompe gli schemi del pregiudizio nei confronti delle donne". "Quel giorno vi trovò Gesù, seduto, «affaticato per il viaggio» (Gv 4,6). Egli subito le dice: «Dammi da bere». E poi ancora: “Siamo chiamati a riscoprire l’importanza e il senso della nostra vita cristiana, iniziata nel Battesimo e, come la Samaritana, a testimoniare ai nostri fratelli. Che cosa? La gioia! Testimoniare la gioia dell’incontro con Gesù, perché ho detto che ogni incontro con Gesù ci cambia la vita, e anche ogni incontro con Gesù ci riempie di gioia, quella gioia che viene da dentro. E così è il Signore. E raccontare quante cose meravigliose sa fare il Signore nel nostro cuore, quando noi abbiamo il coraggio di lasciare da parte la nostra anfora. (Papa Francesco, Angelus). Nel contempo ero appena tornato da Cracovia dove l’ex segretario di Giovanni Paolo II mi ha fatto un dono prezioso, la Reliquia del nuovo santo Papa Giovanni Paolo II e questo fatto mi ha portato subito al pensiero, è Lui che ci ha testimoniato la forza del perdono, della misericordia del Signore, lo ha reso capace di perdonare il suo attentatore, ci ha donato l’enciclica Dives in Misericordia…Allora ho pensato di “recuperare l’appuntamento mancato” e offrire a quanti lo volessero, di poter sostare come la Samaritana al “pozzo” per assaporare l’acqua spirituale dell’amore di Dio, della sua misericordia, “in compagnia e nella memoria benedetta del nuovo Santo”, ampliandolo questo dono. Così in occasione della sua Canonizzazione nella domenica Ottava di Pasqua, ci sarà anche questa grazia del perdono, giorni nei quali la comunità è chiamata ad aprirsi a tutti coloro che lo hanno amato e lo ricordano ancora. Saranno giorni nei quali tutti potranno accostarsi al sacramento del perdono, per la generosa disponibilità subito ricevuta da diversi sacerdoti della nostra diocesi. Questa occasione di grazia è quindi dono di Dio, accogliamolo con larghezza di cuore.
don Maurizio