E’ bellissima l’affermazione che oggi la pagina evangelica ci dona: Gesù chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori.
L’abbiamo ascoltato già tante volte, eppure ogni volta dovremmo sentirlo come se fosse la prima volta…per il Signore non siamo un anonimo gregge, ma nella sua bocca risuona il mio nome proprio, o come dice padre Ermes Ronchi, “il nome dell'affetto, dell'unicità, dell'intimità, pronunciato come nessun altro sa fare.” NON siamo cioè dei numeri, ma il Signore ci conosce e ci ama personalmente. Egli parte dall’umano e che cos’è di più umano che il nome, è una delle prime cose che si chiedono i genitori guardando il proprio bambino o in attesa del proprio bambino…il nome!
«Non ci interessa un divino che non faccia anche fiorire l'umano. Un Dio cui non corrisponda il rigoglio dell'umano non merita che ad esso ci dedichiamo» scriveva il pastore protestante e martire del nazismo Dietrich Bonhoeffer.
E poi ci dice il Vangelo, “le conduce fuori.” Non solo al pascolo, a prender aria, a sgranchirsi le zampe…Qui c’è un significato di universalità, il Dio biblico è il Dio di tutti e per tutti…..Cioè un Pastore che porta verso gli spazi aperti, verso la libertà e sta davanti, potremmo dire dà l’esempio, non un pastore di retroguardia, garante della dottrina, della liturgia, del si è fatto sempre così, ma una guida che apre cammini, strade, prospettive nuove, insomma un Pastore che affascina con il suo esempio: pastore che sa non di passato ma di futuro.
E per stare con un’immagine tanto cara a Papa Francesco possiamo dire, Gesù è un Pastore che ci porta verso le periferie, anche lontano da quel recinto-sicurezza per trovare non tanto pascoli, ma l’latro da aiutare, con il quale condividere la gioia dell’essere e sentirsi “gregge amato”.
E poi abbiamo ascoltato Gesù che diceva ancora: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.”
Cristo è il passaggio, la porta, solo di lì possiamo entrare nella salvezza, la fede cristiana non è una prigione (entrerà e uscirà), non è un ladro della nostra vita, della nostra libertà, del nostro modo di pensare, di amare, no, Lui è venuto conclude la pagina del Vangelo di oggi: “perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza”.
Allora in questa giornata che è anche la Giornata di preghiera per le vocazioni vogliamo pregare perché tanti giovani trovino questa porta e ricordare in particolare don Giulio che il 7 giugno l’attraverserà e Diego il nostro unico seminarista.
don Maurizio