Il libro degli Atti di questa domenica di Pasqua ci testimonia la crescita della comunità degli Apostoli, ed è bello per noi sentire che, in un tempo ed è il nostro nel quale si vede una restrizione di coloro che seguono Gesù, che gli appartengono nella Chiesa, ci sia invece la possibilità della crescita, un crescendo, un moltiplicarsi, come continua un po’ ad essere sotto i nostri occhi quella Chiesa che si raduna attorno a Pietro, a Papa Francesco, quella piazza san Pietro diventata giorno dopo giorno sempre più piccola… Ma è importante notare, ancor di più, come i problemi che nascono non diventano motivo di critica da parte dei credenti o degli apostoli, ma sprone a trovare nuovi ministeri.
Così abbiamo sentito sono nati questi “sette” i diaconi! Questo ci dice ancora una volta come se non bastasse che i problemi e le novità si debbano affrontare con il servizio, con l’amore, con la disponibilità e non con la critica sterile! Uscire da questa logica, da questo modo di intendere la fede in Gesù, ce l’ha ricordato Pietro diventa “sasso d’inciampo, pietra di scandalo. Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola.” Significativo a questo proposito è quanto avvenuto nei primi anni di pontificato di Giovanni Paolo II, quando i vescovi andando da lui, arrivati al tema dei giovani, facevano piagnisteo, “Eh! Santità i giovani sono un problema, eh! Non va’…non sappiamo cosa fare, ecc.”. Il Papa invece, forte della sua esperienza giovanile, colse “il problema” come opportunità di mettersi a servizio, e inventò possiamo dire un nuovo ministero, quello dei giovani nella Chiesa, inventandosi le Giornate mondiali della gioventù. Ecco la dimostrazione che la critica se non ti butti dentro, se non ti metti a servizio, e con umiltà, proprio non serve, né a Dio, né alla Chiesa!
don Maurizio