Questa settimana incontreremo, com’è tradizione, la solennità del Corpus Domini, cioè del sacramento dell’Eucaristia che il Signore ci ha lasciato come segno della sua presenza, della sua realtà corporale. Gesù ce ne parla in termini di corpo e di cibo. La realtà del dono del Padre alla nostra umanità si esprime, dall’inizio alla fine, sotto forma di corpo. Si tratta dapprima della realtà carnale del corpo fatto di carne e sangue, che nasce a Betlemme, soffre e muore sulla croce. È questo corpo ferito che risorge e che Gesù dà da vedere e da toccare agli apostoli. Ma Gesù non si ferma qui. Suo corpo è anche la Chiesa (Col 1,18), corpo mistico di cui Cristo è il capo. Ed è in questo corpo sacramentale che nutre coloro che lo mangiano: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo!” (Mt 26,26).
Già i primi cristiani paragonarono il corpo spezzato di Cristo al grano, macinato in farina per diventare pane, dopo essere stato mischiato all’acqua della vita e passato nel fuoco dello Spirito. Questo pane spirituale, fatto dal grano del campo che è Gesù (Gv 15,1), divenendo, come il vino dell’Eucaristia, nostro cibo, nutre in noi la vita divina, che è vita eterna. E Gesù, ancora una volta, afferma: “Io sono”. Qui dice: “Io sono il pane”.
Gesù costituisce il solo nutrimento che possa dare la vita divina. Chi non mangia di questo pane non avrà la vita in lui (Gv 6,53). Accogliamo questo grande mistero nella nostra vita vivendo con amore e fedeltà il Giorno del Signore nel quale Cristo si fa pane spezzato per noi.
Accompagniamo i nostri bambini che si sono appena accostati alla Mensa Eucaristica affinché si abituino amorevolmente a nutrirsi alla Tavola del Signore.
don Maurizio