Il Vangelo di questa XX domenica del tempo ordinario ci presenta un “Gesù in uscita”, egli che espressamente dice «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele», trova invece in una donna cananea una fede grande.
E il Vangelo registra dei passaggi importanti che dovremmo vivere anche noi.
Il primo è quell’andare verso il Signore, incrociare la sua strada di salvezza, non fermarci dentro i nostri recinti ma “cercare il Signore”.
Il secondo è mostrarsi con verità, cioè bisognosi, non autosufficienti, umili, mendicanti di amore, che la donna cananea ben esprime con queste parole: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide!».
Il terzo è “osare con Dio”.
In una sua omelia del mese di luglio a Santa Marta a proposito del Vangelo che parla della volontà di Dio di distruggere gli abitanti di Sodoma, Papa Francesco diceva:
«Abramo è un coraggioso e prega con coraggio. Si sente la forza di parlare faccia a faccia col Signore e cerca di difendere quella città».
La preghiera «deve essere coraggiosa». Bisogna «andare dal Signore coraggiosi per chiedere le cose». L’insistenza di Abramo anche se a prima vista potrebbe sembrare quella di quella di un «commercio fenicio, perché lui tira sul prezzo», è giusta perché è quella di un uomo che sa
di poter osare con un Dio che ci ama.
Ecco forse è proprio questo che è entrato in crisi nella nostra vita, credere a un Dio che ci ama, che ci ama sempre. Certo nella vita passiamo momenti difficili, ma il Signore ci sarà sempre fedele.
E concludeva Francesco nell’omelia citata: «Dovremmo prendere in mano il Salmo 102: ”Benedici il Signore anima mia, quanto è in me benedica il suo nome. Non dimenticare tutti i suoi benefici. Egli perdona tutte le colpe, guarisce tutte le infermità, salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e di misericordia…”. E con questo impareremo le cose che dobbiamo dire al Signore quando chiediamo una grazia. “Tu che sei misericordioso, Tu che perdoni, fammi questa grazia”: come aveva fatto Abramo e come aveva fatto Mosè.
Andiamo avanti nella preghiera, coraggiosi, e con questi argomenti che vengono proprio dal cuore di Dio». Solo così potremo riconoscere Gesù come nostro maestro, come ci testimonierà San Pietro nel Vangelo della domenica che verrà con quelle parole ormai famose:
«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
don Maurizio