La parola di Dio di queste due ultime domeniche di agosto ci offre tanti spunti di riflessione a partire dalla pagina evangelica che è un po’ il fondamento della nostra fede, la domanda che continuamente, non una volta sola nella vita il Signore ci fa nel profondo del cuore, della nostra coscienza, «Ma voi, chi dite che io sia?», o meglio, «Chi sono io per te».
Non mi chiede: cosa hai imparato da me? Qual è il riassunto del mio insegnamento? Sai un po’ di teologia? No! Dice:
Cosa porto io a te, cosa immetto nella tua vita?
E non c'è risposta nelle parole d'altri.
Non servono libri o catechismi, studi o letture.
Chi sei per me Gesù?
Per me tu sei vita. Come ricorda con quelle parole forti sant’Ilario di Poitiers «Prima di conoscere te io non esistevo».
Il vangelo che invece ci accompagnerà nell’ultima domenica di agosto ci mostra la debolezza di Pietro, sì capace di grandi affermazioni di fede, ma anche facile a ricadere nel “pensiero del mondo”, nel rifiuto della Croce!
Un dialogo duro serrato, “Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo:
«Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». E poi la grande rivelazione di Cristo sul nostro essere cristiani che elimina tutte le tentazioni di moda, di convenienza, “Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà».
In questi ultimi giorni, subito dopo la festa dell’Assunta che ci indicava il cielo, in parrocchia sono scomparse, tra le altre, due persone degne di essere ricordate proprio per aver portato la propria croce “dietro” a Gesù, con fede, speranza e amore: Silvana Marizza e Alma Blason, chi le ha conosciute avrà sicuramente alimentato la propria fede, noi le vogliamo ricordare, la loro memoria resta nella nostra comunità in benedizione!
don Maurizio